Uomini o Dei, arte e scienza a dialogo 

Aperta fino al 25 settembre all’Emiciclo dell’Aquila la nuova mostra-istallazione di Angelosante

L’AQUILA. “Tecnology Art – I miti tra Arte & Scienza. Uomini o Dei” è l’articolato titolo della nuova installazione dell’artista aquilano Franco Angelosante inaugurata ieri nei locali del Palazzo dell’Emiciclo all’Aquila e che sarà visitabile fino al 25 settembre.
Artista estroverso tra i più rappresentativi enigmatici e misteriosi nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Angelosante è stato ideatore e realizzatore oltre venti anni fa della prima produzione artistica della Tecnology Art, ovvero la tecnologia applicata all’arte. Memorabile la sua ultima mostra-installazione nel 2007, prima del terremoto, al Museo di Santa Maria dei Raccomandati dell’Aquila, dal titolo: Tecnlogy Art: L’Universo l’Uomo, il Mito tra Arte e Scienza, oggi reinterpretata da molti musei di arte contemporanea in Italia ed all’estero.
La recentissima produzione artistica che ha portato nella nuova mostra-installazione è concentrata sui temi attuali della grande espansione tecnologica in ogni campo, comprese le scoperte scientifiche di ogni settore, oltre alla sperimentazione dell’applicazione delle «intelligenze artificiali, androidi e macchine intelligenti, clonazione, esplorazione dello spazio e scoperte astronomiche sulle particelle infinitesimali, del bosone di Higgs ed altro».
Al centro del tema della mostra c’è un interrogativo: Uomini o Dei? Tutta questa creatività tecnologica e scientifica, fa credere all’uomo di essere onnipotente?
Un tema intrigante e certamente unico nel campo delle arti visive e contemporanee. La mostra, attraverso i quattro concetti più importanti dell’umanità: escatologia, teologia, cosmologia ed etica, oltre a scienza – tecnologia ed arte, «cerca un dialogo tra le diverse culture in discussione, che in qualche modo dia delle indicazioni tese ad individuare un percorso che ci proietti verso una visione di un futuro prossimo più sicuro», osserva l’artista.
Nel corso dell’esposizione, all’eEmiciclo si terranno conferenze-dibattito sul tema, con l’intervento di scrittori, filosofi, teologi e informatori scientifici, che indagheranno sul mondo contemporaneo attuale in piena evoluzione di ricerca scientifica e tecnologica.
Dove ci porterà tutto questo sapere tecnologico, ci sarà una via etica oltre che scientifica per indirizzarci verso un futuro sicuro? Quali rischi corriamo? Come possiamo essere sicuri che non correremo dei rischi dalle nuove tecnologie? L’intelligenza artificiale è pericolosa per l’uomo? Tante le domande a cui fino ad oggi nessuno ha mai dato delle risposte definitive e chiare. La mostra apre un dialogo conoscitivo su tutte queste domande, «certamente non sarà in grado di dare risposte certe», dice l’artista, «ma aprirà un varco di riflessione sul mondo contemporaneo attuale.
Angelosante non vuole indagare sulla natura fisica dell’uomo o la sua evoluzione attraverso processi genetici e di sviluppo, come le teorie di Charles Darwin e di Freud.
Egli vuole «indagare sulla mente dell’uomo, la sua presa di coscienza, il suo sentire profondo,la sua memoria cosmica, il suo sentire mistico della divinità, il suo modo unico di chiedersi chi siamo, e perché siamo», sottolinea l’autore.
La sua domanda è: c’è forse un progetto? Quale è? Da qui prende il titolo la mostra-installazione, spiega l’artista. E aggiunge: «Siamo anche noi il prodotto di un esperimento? Quale? Questi sono interrogativi non da poco». L’unica cosa certa è che attualmente non c’è nessuna risposta che può soddisfare la sua e nostra domanda.
Tutte le opere sono realizzate nello stile della Tecnology Art, non solo in pittura, ma sculture polimateriche, conseguite con immissioni di materiali vari e di tecnologie, esse rappresentano un modo di esprimere il mondo contemporaneo che oggi viviamo, le opere chiedono al visitatore una lettura attenta sulla loro realizzazione, e gli pongono degli interrogativi sul presente che ci proietta verso il futuro, il loro scopo è di rendere visibile l’invisibile, stimolare interrogativi e proiettarci con delle visioni oniriche verso il futuro, divenendo esse stesse premonitrici di un futuro prossimo.
Per l’artista, importante è la premessa del suo manifesto sull’arte contemporanea: e l’arte del domani subirà grandi cambiamenti.