Videomaratona di 7 ore di Sciolè, l’antiartista 

Al Macro Asilo di Roma proiezione di 33 opere del regista e performer abruzzese: «Sono ossessionato dagli anni ’70»

ROSETO. “Flavio Sciolè: autoritratto d’antiartista”. Il Macro Asilo di Roma dedica al regista e performer abruzzese una retrospettiva-videomaratona domenica dalle 10 alle 18, ingresso libero. Sette ore in cui saranno proiettate 33 opere di videoarte dell’artista rosetano, dai pezzi dei primi anni ‘90 ai più recenti passando per quelli storicizzati, con 4 inediti in anteprima assoluta.
Sciolè, un nuovo omaggio immersivo alla sua videoarte. Un genere che incontra straordinario consenso in modo particolare all’estero. È contento?
Molto. Ho subito accettato l’invito di Giorgio De Finis, direttore del Macro Asilo, perché trovo spettacolare la sua gestione. C’era bisogno d’un museo con approccio meno ingessato e più vicino alla realtà, sia quella artistica che il vissuto quotidiano.
Un'ora sarà riservata al suo autoritratto a voce, le altre 6 ore alla proiezione di ben 33 sue opere video. Di cosa parlano gli inediti ?
Si tratta di Kristo Lavoratore, Vertigo 70 Vertigo, Lavorare stanca e Devil Dinosaur. Quest’ultimo è il videoclip del brano omonimo di Cytherea, band prodotta dalla pescarese Kutmusic del geniale Nicola Battista; era stato rilasciato in rete ma mai proiettato. Lavorare stanca, del 2018, è un omaggio a Cesare Pavese, autore che amo dall’adolescenza. Sono partito da una memoria di Lessico famigliare della Ginzburg. L’autrice racconta di come Pavese si presentasse spesso mangiando ciliegie. Da questo spunto ho creato un cortometraggio sperimentale e performativo al contempo: le ciliegie e la mia vocalità si incrociano in un impasto strano. Si tratta del secondo video di un ciclo dedicato a libri che amo.
Nelle sue opere la figura del Cristo ricorre spesso: un’icona di umanità?
È un discorso lungo. Sintetizzo dicendo che m’interessa il suo essere Uomo con le sue contraddizioni. In Kristo lavoratore, 2018, affronto il tema del lavoro usando la figura universale del Cristo, utilizzo una luce caravaggesca incrociandola con la postura del Cristo del Mantegna.
Nella sua produzione Vertigo 70 Vertigo domina l’omaggio agli anni ‘70, come spiega il prepotente e diffuso ritorno a quegli anni?
Vertigo è un omaggio optical, in video. Lo stile optical rientra in una zona più vicina alla videoarte in cui mi piace agire su geometrie e sensazioni-visioni retrò, passate. L’analogico, in fondo, è simile alla condizione umana, non siamo eterni ma è questo il bello. Dagli anni Settanta sono quasi ossessionato, trovo incredibile tutto quello che è stato prodotto in quel lasso di tempo. La forma era impeccabile e visionaria e i contenuti originali e assoluti, c’era urgenza, voglia di ribellarsi e voglia di essere. Oggi tutto è omologato e ripetitivo, la società dello spettacolo alla fine è arrivata.
Nella sua retrospettiva al Macro ci sarà anche un omaggio al dadaismo,Guarda Dada.
Sì, il Dada è tra i movimenti artistici che più amo. Il video è nato incrociando riprese di monitor e azioni. L’ho presentato al Portobello Film Festival di Londra in settembre ed è richiestissimo, segno del prepotente ritorno a questo movimento artistico che non è mai morto.
La sua arte sperimentale è argomento di ampi “speciali” sulle riviste di settore ed è acclamata nei festival internazionali. Di quali va più orgoglioso?
Direi innanzitutto Dr Dystopia, che lo scorso novembre è arrivato finalista all'Independent talents international film festival dell’Indiana, Usa. Di recente ho partecipato al Lift-Off Sessions (Uk) e al festival nigeriano Inshort Film Festival.
La distopia è banco comune di riflessione in tempi come quelli attuali e non poteva mancare nei suoi video. Come vede il problema?
La distopia è affascinante, ci mostra quello che avrebbe potuto essere e che non è stato. L’aspetto più angosciante è la perdita della libertà personale, una condizione verso cui ci stiamo sempre più spostando.
Che novità ha in serbo per lei il 2019?
Da quest’anno i miei film sono distribuiti in rete dalla Holy Film, ci tengo molto perché parte da una forte selezione e dalla qualità, cosa rara nel folto panorama italiano. Da gennaio nel mondo i miei film saranno acquistabili on demand. Presto uscirà per Aimagazinebooks un mio libro di testi teatrali, Scomposizioni relazionali, sul rapporto di coppia e le sue derive.
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