“Volti di Lectus”, il bello di essere unici 

In mostra all’Ipogeo di Teramo i ritratti in bianco e nero di Anselmi di 230 partecipanti alla maratona di lettura in città

TERAMO. «Ognuno è meraviglioso nella sua unicità» dice dei suoi soggetti il fotografo Maurizio Anselmi, autore della galleria di ritratti “Volti di Lectus” allestita a Teramo nell’ipogeo di piazza Garibaldi. La mostra è una gemmazione della seconda edizione di “Lectus”, maratona di letture ad alta voce ideata da Renato Pilogallo, curata da Pina Manente, promossa dal Comitato di quartiere San Berardo. Dal 17 al 23 settembre hanno animato la manifestazione oltre 330 lettori: 230 sono stati immortalati in uno scatto d’autore. Pensionati, scrittori, professionisti, impiegati, ristoratori, commercianti, attori, insegnanti, musicisti, amministratori pubblici, giornalisti.
Com’è nata la galleria di ritratti? Idea sua o degli organizzatori di “Lectus”?
«Una mia proposta. Avevo già in mente di fare 100 ritratti di personaggi della cultura teramana per trarne una mostra. Ma l’idea era un po’ complicata da mettere in pratica, soprattutto non era semplice combinare tutti gli appuntamenti nel mio studio. Nel frattempo è arrivata la nuova edizione di “Lectus” e le due cose si sono unite».
In ogni luogo di lettura ha allestito un set fotografico. È stato difficile? «No, perché era un set piccolo e uguale per tutti, affinché tutti fossero ritratti nelle medesime condizioni. Un fondalino bianco, un unico punto luce, da sinistra, lo stesso sgabello. Nessun artificio»
Qualcuno ha rifiutato l’invito a farsi ritrarre?
«In rarissimi casi. Sì, qualcuno ha detto: “Non ci penso nemmeno!”. L'incontro col fotografo può avere un impatto emotivo forte. Io trovo invece che questo incontro sia bellissimo. Ho cercato di ottimizzare i tempi, realizzare lo scatto in pochi secondi, quasi per non dare ai soggetti il tempo di pensare alla posa da assumere. Però, anche in quella situazione veloce quasi da fototessera, ho cercato, da autore, di cogliere l’essenza di ognuno».
Perché la scelta del bianco e nero?
«Tutta la mia fotografia su committenza è a colori, soprattutto quella pubblicitaria. Il bianco e nero è la mia nicchia di creatività. Anche maestri come Richard Avedon e Irving Penn dicono che il b/n è più significativo della foto a colori».
In tempi di dilagante presentazione di sé attraverso il selfie ha ancora senso il ritratto?
«Oggi più che mai. Diciamo la verità, nessuno di noi ha in casa un bel ritratto. Il selfie è riduttivo, è fatto di fretta, senza la luce e il fuoco giusti. Un bel ritratto, fatto dal fotografo, rimane per sempre. E poi bisogna stampare le foto. Noi fotografi non ci stanchiamo di raccomandarlo. Non bisogna lasciarle sul telefonino o sul tablet. Altrimenti tra 10 anni avremo perso tutto, perché il cellulare può rompersi, quel file non si aprirà più,o saranno cambiati i programmi. Si deve tornare a stampare la foto».
Nell’ambito della sua produzione fotografica a colori commerciale sono famose e ambite le sue immagini del cibo, spesso (ab)usate sui social network. Come si fotografa il cibo?
«Soprattutto le mie foto sulle Virtù, le mazzarelle e altri piatti tipici teramani sono state saccheggiate. Ogni tanto le vedo in giro… Sul food lavoro molto, il cibo è uno dei miei campi. Per fare una buona foto? Intanto la bravura dello chef che prepara il piatto e poi la luce giusta»
Aperta solo per una settimana, la mostra “Volti di Lectus” è visitabile fino a dopodomani, venerdì 14 (il finissage sarebbe il 16, ma sabato e domenica il Comune non garantisce l’apertura), nel seguente orario: oggi e venerdì 9-13, domani 9-13 e 15-18 con presenza dell’autore Maurizio Anselmi dalle 15. Smontata l’esposizione, i ritratti potranno essere acquistati a €50 l’uno. Ne sono stati prenotati 60. Le prime 100 stampe vendute copriranno le spese, il resto del ricavato andrà in beneficenza.
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