Tanti messaggi di Cordoglio

A Collemaggio l’addio all’ex sindaco Baldoni

L’AQUILA. Celebrati ieri pomeriggio nella basilica di Collemaggio i funerali di Marisa Baldoni, l’ex sindaco dell’Aquila (unica donna primo cittadino nella storia del Comune) morta a 83 anni. Alla...

L’AQUILA. Celebrati ieri pomeriggio nella basilica di Collemaggio i funerali di Marisa Baldoni, l’ex sindaco dell’Aquila (unica donna primo cittadino nella storia del Comune) morta a 83 anni. Alla cerimonia funebre presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Molinari e concelebrata dal cappellano dell’ospedale padre Corrado Lancione ha preso parte il sindaco Massimo Cialente. Presenti parenti, amici e tanti compagni di partito che con lei sono stati protagonisti della politica aquilana di qualche anno fa. Ieri nella sede provvisoria del Comune è stata allestita la camera ardente che è stata meta di tanti che hanno voluto dare l’ultimo saluto all’ex sindaco che fu a lungo collaboratrice di Lorenzo Natali uomo politico di spicco, Dc, più volte ministro.

L’assessore comunale Stefania Pezzopane scrive: «Ricordo con affetto Maria Luisa Baldoni, che chiamavano tutti Marisa, anche da sponde opposte; ero, infatti, consigliere comunale di opposizione, nella lista di Convenzione democratica, in anni di duro scontro ideologico e politico. Non mancava mai nel dialogo e nel confronto. È stata la prima donna Sindaco di questa Città, per il momento l’unica. Ho continuato anche negli ultimi anni, ogni tanto, a sentirla e la sua perdita mi addolora profondamente. Era una donna con una grande passione politica e con grandi convinzioni ideali. Ci mancherà».

Stefano Frezza invece afferma: «Ho conosciuto Marisa Baldoni quando era già Sindaca dell’Aquila. Con il Comitato di Solidarietà con il popolo del Guatemala eravamo impegnati in una campagna internazionale che sosteneva la candidatura di Rigoberta Menchù a Premio Nobel per la Pace. Nell’ambito di quella campagna molte città cercavano di promuovere la figura della Menchù attraverso tante iniziative diverse. Così presentammo all’allora Sindaca Baldoni la proposta di conferire la cittadinanza onoraria ad una indigena guatemalteca che aveva improntato tutta la sua vita alla ricerca di una pace giusta e duratura per il suo popolo ed il suo paese. Marisa Baldoni ci confessò di non conoscere affatto quella persona e quella storia ma con grande sensibilità ed umiltà accettò di informarsi e fu proprio lei che qualche mese dopo conferì l’importante onorificenza a quella indigena che ricevette proprio quell’anno – eravamo nel 1992 – il Premio Nobel per la Pace. La stessa Marisa Baldoni ci ringraziò tempo dopo per averle permesso di conoscere una persona così straordinaria che lei volle ricevere a Palazzo Margherita. Ed è proprio per la sua umanità e disponibilità al dialogo che oggi Marisa Baldoni dovrebbe essere ricordata».

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