A giudizio i vertici di Accord Phoenix 

Gestione illecita rifiuti: nei guai il titolare Shankar e i dirigenti Baldarelli e Lundo. Comune parte lesa

L’AQUILA. Guai giudiziari in vista per i vertici dell’Accord Phoenix, l’azienda di trattamento di rottami elettronici che ha in programma la riassunzione di 128 persone dell’ex polo elettronico aquilano; ora la produzione è ferma per via del sequestro disposto dall’autorità giudiziaria. Produzione che presto riprenderà e attualmente ci sono alcuni addetti che stanno operando per bonificare il sito.
Il rinvio a giudizio riguarda il titolare dell’azienda, l’anglo-indiano Ravi Shankar, e i dirigenti Francesco Baldarelli e Hansen Joergen Lundo, danese. Il pm, infatti, ha disposto la citazione diretta a giudizio per loro «per aver esercitato la gestione illecita di rifiuti, pericolosi e non, all’interno del capannone in località Boschetto di Pile». A fronte del rinvio a giudizio, comunque, c’è la frenetica attività di messa e norma dello stabilimento, con l’ok degli stessi giudici e della Regione, per poter riavviare il prima possibile la produzione che era stata bloccata dopo il blitz della Guardia di Finanza che ipotizzava, per l’appunto, la gestione illecita dei rifiuti. In particolare la norma che si presume violata è la legge 256 del Codice dell’ambiente che ha rilievo penale.
Tra le contestazioni il fatto che la pavimentazione interna del capannone non era impermeabilizzata oltre alla mancata completezza dei formulari di registrazione, dell’identificazione dei rifiuti e degli stessi registri di carico e scarico.
La citazione a giudizio ha avuto come conseguenza anche la decisione del Comune di costituirsi in giudizio tramite l’avvocatura. La scelta dell’ente è stata poi adottata tramite una delibera di giunta municipale.
Nel corso del procedimento penale gli accusati sono assistiti dagli avvocati Giulio Agnelli e Roberto Madama.(g.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.