Accord, doccia fredda Si dimette Shankar 

L’imprenditore anglo-indiano lascia la carica di presidente della società I guai giudiziari hanno pesato sulla scelta. Ciuca (Uilm): «Vogliamo chiarezza»

L’AQUILA. L’Accord Phoenix è rimasta senza presidente. L’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar, che è anche l’azionista di maggioranza, si è dimesso. A pesare sulla sua decisione, i guai giudiziari, dopo il sequestro del sito da parte della Guardia di Finanza e il rinvio a giudizio, insieme al direttore generale Francesco Baldarelli e al responsabile della linea produttiva Hansen Joergen Lundo, per reati ambientali legati alla «gestione illecita di rifiuti, pericolosi e non, all’interno del capannone in località Boschetto di Pile». La notizia delle sue dimissioni, che ora dovranno essere ratificate dal cda, è circolata rapidamente tra lavoratori e sindacati. Dovrebbe trattarsi di un atto dovuto, in vista della richiesta di patteggiamento che verrà avanzata durante l’udienza del 5 luglio. Ma intanto, il vuoto alla presidenza dell’azienda va colmato. E si attendono chiarimenti sulla ripresa produttiva. C’è preoccupazione, tra gli ex dipendenti del polo elettronico che devono essere ricollocati, anche sul fronte dei rapporti da instaurare con il neo-sindaco Pierluigi Biondi, visto che l’operazione del nuovo insediamento è stata condotta in prima persona dal suo predecessore Massimo Cialente e dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. Il Comune ha avuto un ruolo fondamentale anche nell’utilizzo dei fondi della legge Mancia per l’acquisizione degli spazi e nell’erogazione, da parte di Invitalia, dei 10,7 milioni provenienti dai fondi per la ricostruzione.
«La novità delle dimissioni di Shankar», afferma Clara Ciuca della Uilm, «non ci è stata comunicata ufficialmente e per questo attendiamo al più presto una convocazione. Vogliamo sapere se ci saranno conseguenze sull’auspicata ripresa produttiva, dato che l’ingegnere è anche l’azionista di maggioranza ed è lui ad aver portato avanti l’investimento. E pensiamo che vada anche individuato un altro presidente». L’ultimo contatto tra azienda e sindacati riguarda la questione della nomina del responsabile della sicurezza: l’Accord voleva procedere di sua iniziativa, ma è arrivata la diffida di Fim, Fiom e Uilm. Dopo il dissequestro parziale del sito, concesso dal tribunale per attuare il piano di risanamento e bonifica, sono rientrati circa 20 operai, impegnati negli interventi sotto la supervisione delle Fiamme gialle. «I lavori stanno procedendo», conclude Ciuca, «e si seguono le prescrizioni del giudice per ottenere il via libera. Auspichiamo anche un incontro con il nuovo sindaco, al quale facciamo gli auguri, per conoscere la sua linea rispetto a questa vicenda, ma anche rispetto al problema occupazionale del nostro territorio».
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