Accord, ora i sindacati chiedono garanzie 

Ripresa l’attività, si pensa al futuro dell’azienda. In ballo anche l’ultima tranche del contributo Invitalia

L’AQUILA. Ripresa l’attività a pieno ritmo, dopo il contenzioso col Tecnopolo che aveva portato al distacco dell’energia elettrica, all’Accord Phoenix si pianifica il futuro.
I sindacati hanno chiesto un incontro con i vertici aziendali, che potrebbe arrivare dopo il primo maggio: Fim, Fiom e Uilm vogliono parlare di prospettive, sia in termini occupazionali che di sviluppo, anche alla luce di voci non confermate su una possibile vendita del sito aquilano, insediato da due anni nell’ex Italtel, con un investimento di 43 milioni di euro voluto dall’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar.
Attualmente nello stabilimento, che si occupa di smaltimento di rifiuti elettronici, sono state assunte 55 persone, dando priorità agli ex lavoratori del polo elettronico. Tra alterne vicende, anche giudiziarie, che ne hanno rallentato l’avvio, l’Accord resta l’unica azienda che ha portato nuova occupazione dopo il terremoto del 2009.
«Con le altre sigle sindacali», afferma la segretaria della Fiom Elvira De Sanctis, «abbiamo chiesto da tempo un incontro con la dirigenza, sia per essere aggiornati sull’accordo trovato con Tecnopolo riguardo ai costi di gestione, sia per avere chiarimenti sulle voci che si rincorrono in merito a una possibile vendita del sito. Si dovrebbe quindi parlare di prospettive: in particolare, se c’è stato un accordo che permette il recupero di risorse, le stesse potrebbe essere reinvestite sul fronte occupazionale». Secondo la segretaria della Uilm Clara Ciuca, «l’azienda deve garantire occupazione stabile e quindi il nostro interesse principale è questo: poco cambia se continuerà a chiamarsi Accord Phoenix o avrà un altro nome per l’ingresso di un nuovo socio. Siamo a una sessantina di assunzioni, rispetto alle 120 annunciate al momento dell’insediamento. Dopo il tavolo in prefettura sul contenzioso con il Tecnopolo, al quale abbiamo partecipato, vogliamo capire che tipo di accordo è stato individuato». Tra le questioni da approfondire, c’è anche l’erogazione dell’ultima tranche del contributo pubblico di 10,7 milioni concesso da Invitalia: «Una procedura che si sta rivelando lunga e farraginosa», sottolinea il segretario della Fim Giampaolo Biondi, «che speriamo si sblocchi al più presto. Va affrontata anche la nostra richiesta su un accordo di secondo livello per migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori. L’eventuale arrivo di un acquirente, magari un nome importante, potrebbe rafforzare la realtà produttiva». (r.s.)
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