Alberi tagliati sulla statale 17 È polemica, l’Anas nel mirino 

Damiani (Italia Nostra ): «Non basta lo sdegno, segnalerò il caso a Procure e Corte dei conti» La rimozione delle 70 piante dovuta al rischio di incidenti sull’Altopiano delle Cinquemiglia

ROCCARASO. Dopo il taglio degli storici alberi, che ha cambiato volto all’Altopiano delle Cinquemiglia, scoppiano le proteste con minacce di ricorso alla magistratura, accuse all’Anas e polemiche. «Avvierò esposti-denuncia alle Procure competenti, anche con l’aiuto di Italia Nostra, di cui sono componente del Consiglio direttivo nazionale», commenta Giovanni Damiani, già direttore tecnico dell’Arta e noto ambientalista, «e faccio appello a chi ha competenze in materia a segnalare i potenziali reati connessi. Non basta urlare lo sdegno, bisogna passare alle denunce, penali e alla Corte dei Conti. E dire che quegli alberi che hanno dato prova di eroica resistenza a quelle condizioni ambientali vennero piantati proprio per la sicurezza delle persone, affinché potessero orientarsi e mantenersi sulla strada durante le bufere di neve. Inoltre avevano la funzione di impedire lo smottamento del rilevato stradale dal momento che ai suoi lati a primavera e in autunno i campi sono completamente allagati».
Sono 70 i pini buttati giù tra martedì e mercoledì scorsi dagli operai Anas per motivi di sicurezza sulla Piana delle Cinquemiglia, strada del famoso paesaggio montano a oltre 1.200 metri di altitudine tra i comuni di Rocca Pia, Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo, Castel di Sangro. Un verdeggiante viale alberato che accompagnava gli automobilisti nella traversata di quella che è stata battezzata la “Siberia italiana”. Ma per i responsabili dell’ente nazionale per le strade sono stati troppi gli incidenti, alcuni anche mortali che si sono verificati sulla strada che risulta essere anche principale via di accesso ai Parchi nazionali e alle località montane. Piantati verso la fine del 1700, su disposizione di Ferdinando IV, i pini delle Cinquemiglia avevano una storia. Andrea Pigonati, tenente colonnello del Genio dell’esercito borbonico, fu incaricato di realizzare il progetto per una sistemazione adeguata della Regia Strada degli Abruzzi. Pigonati consigliò di piantumare quattro file di alberi ai due margini della strada nel tratto che attraversa l’Altopiano per indicare il percorso in tempi nevosi. Il taglio non è piaciuto al Coordinamento nazionale alberi e paesaggio onlus, che è subito intervenuto. «Una fine indecorosa per un bene ambientale conosciutissimo e amato», scrive il Coordinamento, «poiché in un Paese civile la miglior strada sarebbe stata la gestione e graduale riprogettazione del viale alberato con sostituzione dei pini veramente compromessi».
C’è una voce contraria. «Perché», dice Luca Marchionna, «non si fa parola degli incidenti mortali, degli incidenti con gli animali (con gli alberi che coprono la visuale), dei danni causati dai rami che si spezzano a causa della neve cadendo sulle macchine in transito? Troppo facile parlare per chi non vive quella realtà percorrendo quella strada giornalmente».
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