Anziani costretti al caldo: 5 denunce

Casa di riposo L’Incontro, nei guai il titolare della struttura e quattro infermiere. I vecchietti boccheggiano per l’afa

AVEZZANO. Cinque denunce nell'indagine della Procura di Avezzano scaturita dopo il blitz del Nas nella casa di riposo per anziani “L'incontro” di Avezzano. Si tratta del titolare e amministratore della struttura di via Dalla Chiesa, C.B., romano 72enne, e di quattro infermiere. Si tratta di M.R.S., 52 anni, A.L.D.G, (24), M.S. (38) e F.M. (31). Dovranno rispondere del reato di somministrazione di farmaci guasti o imperfetti, in concorso. Gli anziani, ricoverati nella residenza sanitaria assistenziale, secondo quanto accertato dai militari del nucleo antisofisticazione di Pescara, erano costretti a sopportare temperature insostenibili e senza aria condizionata. Per gli anziani si tratta di un periodo a rischio per le temperature di questi giorni al di sopra dei 30 gradi.

Nel blitz, i carabinieri del Nas, coordinati dal capitano, Domenico Candelli, insieme a quelli della stazione di Avezzano, al comando del luogotenente Bruno Tarantini, hanno accertato che sui carrelli per la distribuzione dei medicinali, c’erano 35 scatole scadute. Alcuni farmaci scaduti addirittura nel 2008, altri nel 2011, altri ancora nel 2014. I carabinieri hanno sequestrato medicinali per 10mila euro. Si tratta del valore complessivo per il sequestro probatorio. L’operazione è scattata dopo alcune segnalazioni arrivate dai familiari degli anziani che vivono da tempo nella struttura, curate dal capitano Enrico Valeri. Il fenomeno dei farmaci scaduti ha interessato anche l'ospedale di Avezzano dove il nucleo antisofisticazione, in due diverse situazioni, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, ha trovato confezioni vecchie, ma anche medicinali che non sarebbero dovuti stare in quel posto. Per tale motivo sono in corso accertamenti per capire se si sia trattato di un sabotaggio.

Nel 2012 C.B. fu arrestato sempre dai carabinieri, perché accusato di maltrattamenti di minori, in prevalenza stranieri, e di estorsione nei loro confronti. All’epoca l’operazione dei Nas era finalizzata a fare chiarezza sull'attività di una struttura per l'accoglienza di minori disagiati. Allora le indagini portarono al sequestro di parte della struttura da 12 milioni di euro che si trova in via Dalla Chiesa. L'indagine era scaturita da una segnalazione del Comune di Avezzano che a sua volta riportava una nota del "Dipartimento promozione dei servizi sociali e della salute" del Comune di Roma. Nel documento si parlava di comportamenti inadeguati da parte del personale educativo. Le lamentele erano arrivate proprio dai ragazzi, alcuni di loro musulmani. I giovani erano anche costretti a mangiare cibi che proprio per motivi religiosi non avrebbero potuto mangiare.

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