Il tribunale di Avezzano

MARSICA / ASSOLTO IN TRIBUNALE

Arrestato per 242 giorni, ma è innocente 

Secondo l’accusa l’uomo doveva andare a uccidere la moglie nel Pescarese, tradito da un martello che aveva nello zaino

SAN BENEDETTO DEI MARSI. Era accusato di tentato omicidio perché, mentre era alla stazione ferroviaria di Pescina, avrebbe manifestato il desiderio di uccidere la moglie, che però si trovava a Scafa, nel Pescarese. E per 242 giorni è rimasto agli arresti. Ma per il giudice del tribunale di Avezzano, Daria Lombardi, l’uomo è innocente. Così è arrivata l’assoluzione.

Roberto Di Genova

È la vicenda capitata a Roberto Di Genova, 40 anni, di San Benedetto dei Marsi, che ora, insieme al suo legale, Serena Gasperini del Foro di Roma, è pronto a chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione.
«È stata una vicenda assurda, quasi kafkiana», racconta il 40enne, «sono stato in galera senza motivo, solo perché avevo un martello dentro allo zaino, uno strumento che uso per il mio lavoro. Questa storia mi ha insegnato che con la giustizia non si scherza e che purtroppo, quando ci capiti dentro, anche se sei innocente e se vieni assolto, sei già condannato in partenza solo per il fatto di essere stato arrestato».
Secondo l’accusa, il marsicano «brandiva una mazzetta alla stazione di Pescina in attesa di prendere un treno». Con questo strumento, doveva andare a uccidere la moglie che si trovava nel Pescarese. I fatti a cui fa riferimento la vicenda risalgono alla fine di giugno quando l’uomo fu arrestato dai carabinieri. Da allora, prima in carcere per 27 giorni perché mancavano i braccialetti elettronici che gli avrebbero permesso di uscire, e poi per 215 ai domiciliari, il 40enne è rimasto sempre in stato di arresto. L’ingiusta detenzione prevede un indennizzo che può arrivare a 235 euro al giorno. Nonostante l’assoluzione, però, Di Genova è ancora in carcere perché il tribunale di Pescara, dove era stato aperto il procedimento a carico del marsicano, deve adeguarsi alla sentenza. «Il tribunale collegiale di Pescara», ha criticato l’avvocato Gasperini, «ha faticato prima ad adeguarsi alla modifica della misura cautelare e ora all’assoluzione. Secondo il tribunale di Pescara le istanze via Pec non sono ammissibili poiché non si avrebbe la certezza di chi ha inviato. Ad Avezzano, la stessa istanza, via posta certificata, è stata accolta. Alla fine giustizia è stata fatta. Lo stesso pubblico ministero, Andrea Padalino, con grande professionalità, ha chiesto l’assoluzione. E i tre magistrati erano altamente competenti. Ora passeremo al tribunale di Pescara che dovrà adeguarsi immediatamente a questo provvedimento».
L’uomo, infatti, è ancora accusato anche di maltrattamenti in famiglia. «Chiederemo un congruo risarcimento per ingiusta detenzione», ha preannunciato il legale.
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