Asili nido, lo spettro della chiusura per due strutture

Niente deroga ai precari, 21 educatrici rischiano il posto Seduta fino a notte fonda per il bilancio: 370 emendamenti

L’AQUILA. Dal Tratturo magno in vendita, ai germani reali da acquistare per ripopolare il laghetto del Parco del sole. L’iter di approvazione dell’atto deliberativo contenente il bilancio di previsione 2015 del Comune è scandito da una lunga serie di emendamenti, 370 per l’esattezza. Quattro faldoni di fotocopie appoggiati su un tavolo al centro dell’assise civica e si tira tardi. Un banco di prova per la tenuta della maggioranza, tra tensioni e minacce. A tenere banco in aula anche la protesta del comitato che si oppone alla realizzazione della centrale a biomasse tra Bazzano, Onna e Monticchio. Ma soprattutto, la mobilitazione di alcune mamme alla luce delle scelte sui servizi scolastici e sugli asili nido.

DUE ASILI SU TRE. Mentre non cessano le polemiche relative al “caro scuola”, con l’aumento delle rette per le fasce più abbienti, oltre al rincaro dei buoni mensa, servizi pre-scuola e trasporto per tutte le famiglie. «Una situazione», spiega Claudia Pagliariccio, una delle madri presenti, «che è rimasta tale nonostante abbiamo fatto incontri e sollecitazioni a tutti gli organi competenti». Ma il problema degli asili nido rischia di essere ben più grave: se non cambiano i parametri amministrativi le 21 educatrici assunte con contratto a tempo determinato non saranno riconfermate e la cosa rischia di impedire la riapertura di due strutture su tre. «Una questione», spiega l’assessore Emanuela Di Giovambattista, «legata all’impossibilità di avere una deroga sul “Jobs act”. E quindi, qualsiasi precario che ha lavorato oltre 36 mesi per l’amministrazione comunale sarebbe potenzialmente escluso dall’organico».

In pratica non ci saranno concorsini o contrattini che tengano. Se le cose restano così, anche se mancano meno di dieci giorni alla prima campanella, non riapriranno il Primo maggio (Pile) e l’Ape Tau (Pettino). Tutti i bambini già iscritti negli anni precedenti confluiranno al “Viale Giovanni XXIII” nella sede provvisoria di via Ficara. Per gli altri si apre la possibilità delle strutture convenzionate, a partire da Casetta Fantasia. Ma l’apertura potrebbe slittare anche di qualche settimana. «Chiederemo l’intervento del governo per un’ulteriore deroga», sottolinea l’assessore Di Giovambattista.

GERMANI E TRATTURI. Solo un emendamento presentato in extremis dal consigliere del Prc, Enrico Perilli, ha impedito che alcuni terreni su cui ricade il tratturo magno L’Aquila-Foggia, finissero nel piano di alienazione (ora si chiama valorizzazione) del Comune, del quale fa parte anche lo stabile dell’ex Italtel. Un piano approvato a maggioranza insieme a quello relativo alla verifica della qualità e quantità di aree e fabbricati da destinare alla residenza e alle attività produttive e terziarie. Via libera anche al Bilancio di previsione, per l’esercizio 2015, del Centro servizi anziani (Csa). L’istituzione chiude il bilancio in attivo, con un quadro finanziario complessivo di 6 milioni 617mila 729 euro. La discussione entra poi nel vivo sulla proposta deliberativa contenente il bilancio di previsione. Tra gli emendamenti dell’opposizione (proposte su viabilità, opere pubbliche, servizi) anche quello di destinare 2mila euro all’acquisto di germani reali per il Parco del Sole. «Perché non i fenicotteri?», ironizza Giuliano Di Nicola, nel contestare la proposta.

LE CIFRE. La manovra finanziaria ha un valore complessivo di 1 miliardo e mezzo (comprensiva dei contributi di ricostruzione) e presenta un avanzo di amministrazione disponibile pari a 33 milioni di euro. «La Tari, la tassa sui rifiuti», spiega l’assessore Lelio De Santis, « ha subìto una riduzione, a seguito di un’intensa attività di accertamento dell’evasione tributaria, del 5% per le utenze non domestiche e del 4,6% per quelle domestiche, in quest’ultimo caso per effetto di un incremento della raccolta differenziata. Non subiscono aumenti le aliquote Imu, mentre quella Tasi passa dal 2 al 2,5 per mille, a causa del taglio del fondo di solidarietà comunale operato a livello centrale dal governo». Trovate somme residue per 100 milioni da destinare a opere pubbliche. «Niente tagli a cultura e sociale», assicura l’assessore.

Fabio Iuliano

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