Assoluzione dieci anni dopo l’arresto 

Scagionato Cavaliere, accusato di essere al centro di un raggiro per accaparrarsi almeno 4 milioni di fondi per il sociale

L’AQUILA. Quasi dieci anni fa venne arrestato insieme al professor Luigi Traversi, con accuse pesantissime: aver tentato di appropriarsi dei fondi Giovanardi (4 milioni su 12 in totale) destinati nel post-sisma al sociale, ai danni del Comune dell’Aquila e di quelli del cratere. Per fare questo sarebbe stata creata una fondazione vicina alla Curia. Furono contestate la tentata truffa, falso e millantato credito ai danni del ministero delle Finanze e una tentata estorsione. Nessuna di queste accuse a carico di Gianfranco Cavaliere, unico imputato dopo la morte di Traversi e i proscioglimenti di altri, è sembrata credibile al punto che la stessa pm in aula, Roberta D’Avolio (ma non fu lei a portare avanti le indagini) ha chiesto l’assoluzione per millantato credito e tentata estorsione, e per tentata truffa e falso, la prescrizione. Il tribunale, dopo breve camera di consiglio, ha assolto Cavaliere da tutto con formula piena. Fin da subito la difesa aveva parlato di “delitto impossibile” per via della inidoneità delle condotte a ottenere i fondi in modo illecito. Gli atti posti in essere, secondo i difensori, non erano raggiri e tantomeno idonei a indurre in errore l’amministrazione. I sindaci, sentiti come testimoni, hanno sempre detto che i fondi potevano essere chiesti e ottenuti solo dai Comuni e mai una fondazione avrebbe potuto esserne beneficiaria. La Procura, inoltre, non ha mai spiegato come la fondazione, in caso di collaborazione con i Comuni, avrebbe potuto avere questi soldi in quanto gli accordi avevano escluso qualsiasi remunerazione. A Cavaliere, tra l’altro, era contestato un falso inizialmente in concorso con il sindaco di San Demetrio, Silvano Cappelli (assolto anni fa) che giammai avrebbe potuto commettere in quanto non era pubblico ufficiale. Nel corso del procedimento Cavaliere è stato assistito dagli avvocati Roberta Spaziani, Marco Castellani, Attilio Cecchini.
«Quando Gianfranco Cavaliere venne arrestato», ha commentato l’ex deputato Carlo Giovanardi, «sostenni subito pubblicamente non soltanto la sua innocenza, ma anche l’impossibilità di commettere i reati di cui era stato accusato. Soltanto otto anni dopo ho potuto spiegare ai giudici che nel generoso tentativo di enti e associazioni private, compresa la Curia rappresentata da monsignor Giovanni D’Ercole, anche lui inquisito (e poi scagionato), di contribuire con i loro progetti alla ricostruzione del dopo terremoto, era impossibile che ci fossero estremi di reato e, meno che mai, di truffa allo Stato. Politici ancora in carriera che allora cavalcarono gli arresti, dovrebbero vergognarsi davanti al calvario di persone innocenti, tra le quali purtroppo, Traversi, deceduto nelle more del processo».
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