Fabrizia Di Lorenzo

Attentato Berlino, la Germania fa autocritica sul trattamento dei familiari delle vittime

Il 18 dicembre incontro in Cancelleria e il 19 commemorazione pubblica. Tra le dodici vittime del tunisino Amri c'era anche l'abruzzese Fabrizia Di Lorenzo

BERLINO. A un anno dalla strage compiuta in Germania da Anis Amri a un mercatino di Natale (morirono 12 persone, tra cui la sulmonese Fabrizia Di Lorenzo, e circa 100 rimasero ferite), Berlino fa autocritica: bisogna «imparare la lezione» e «migliorare» le capacità di reazione. La Germania «non era preparata», Angela Merkel è stata colpevolmente assente, e il sistema ha fatto acqua da tutte le parti. Perché oltre alle scandalose falle sul fronte della sicurezza, che non ha neutralizzato un pericoloso tunisino già abbondantemente segnalato come minaccia, si è mancato di rispetto e sensibilità proprio nei confronti dei parenti delle vittime dell'attentato di Breitscheidplatz. Inoltre i risarcimenti alle famiglie potrebbero essere considerevolmente aumentati: lo ha chiesto il delegato governativo, che si occupa dei parenti delle vittime, Kurt Beck, e il ministro della Giustizia, Heiko Maas, ha assicurato che si farà promotore del cambiamento nel governo che dovrà modificare le leggi in materia.

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Un tentativo di correre ai ripari, con cui il governo tedesco risponde anche alla denuncia della famiglia di Fabrizia di Lorenzo, la ragazza di Sulmona rimasta uccisa nell'attentato della Chiesa della Memoria. I genitori raccontarono dalle pagine del Corriere della Sera di aver trovato i tedeschi «disorganizzati, insensibili e incompetenti». Oggi arriva un'ammissione di colpa, senza troppi sconti. I dettagli delle falle dell'organizzazione sono contenuti in un rapporto che Beck ha illustrato alla stampa, a Berlino, a pochi giorni da una lettera di accusa dei parenti che si sono rivolti direttamente ad Angela Merkel, criticata per non aver ancora fatto le condoglianze di persona. «È mancato un riconoscimento dello Stato, come quello che si è avuto in Francia», ha affermato Beck, senza tentare giustificazioni. Ma su questo si intende «recuperare»: i parenti delle vittime, incontrati a caldo della tragedia dal presidente tedesco, saranno ricevuti adesso dalla cancelliera, il 18 dicembre. Nelle pagine redatte da Beck non si parla solo di questo però: si descrive l'ottusità di una macchina organizzativa, che ha spesso brutalmente mancato di tatto nei confronti di chi, nel periodo di Natale, si è trovato a dover far fronte al dolore immane della perdita di un congiunto. Sballottolati da un ospedale all'altro, per cercare i parenti colpiti, in molti casi i familiari delle vittime hanno dovuto attendere addirittura tre giorni per l'identificazione dei loro cari. «Un'attesa che non si comprende dal momento che i volti erano ancora riconoscibili e c'erano i documenti di identità», ha spiegato Beck. Per non parlare del conto spedito alle famiglie dopo le autopsie. Tutte esperienze orribili, per errori che «non si dovranno ripetere». Anche i risarcimenti sono una questione aperta: in Germania se perdi un fratello in circostanze del genere prendi 5.000 euro, se perdi il compagno di vita 10 mila. In altri Stati Ue si riconoscono cifre molto più alte, ha affermato Beck, chiedendo di rivedere le norme che regolano la materia. «Metteremo a disposizione più risorse per i risarcimenti», ha affermato il ministro Maas, dicendosi fiducioso che la questione si possa risolvere a livello di governo.