lotta ai morosi

Avezzano, acqua a sbafo, primi sigilli in 5 attività commerciali

Bollette non pagate per anni e dopo l’ultimatum gli operai chiudono i rubinetti. Spedite altre cinquecento lettere di sollecito agli imprenditori marsicani

AVEZZANO. Antonio Di Giosia, capo operaio del distretto avezzanese del Consorzio acquedottistico marsicano, stringe una chiave inglese in una mano e il sigillo blu del Cam nell’altra. L’avviso che consegna a cinque commercianti e artigiani della città recita: «Distacco dell’acqua per morosità». Due colpi di chiave e quel sigillo blu finisce sui primi cinque contatori di altrettante attività: due negozi di abbigliamento in via Corradini e in via Monsignor Bagnoli in pieno centro, un altro in via Roma e l’ultimo, specializzato in oggettistica, in via Fucino. Negozianti che vantano un debito tra i mille e i 10mila euro nei confronti del Cam. Così, come “promesso” una quindicina di giorni fa dalla presidente Paola Attili, l’operazione anti-furbi ha avuto un seguito.

Dopo l’arrivo dell’ultimatum, 25 commercianti si sono messi in regola, molti dei quali, gestori di bar, pizzerie e ristoranti, chiedendo una rateizzazione degli importi.

Cinque non hanno risposto e si sono visti chiudere i rubinetti dell’acqua. In alcuni casi i negozianti hanno giustificato il mancato pagamento delle bollette sostenendo che erano subentrati ad altri gestori. In una circostanza uno dei commercianti si era allacciato alle tubature di un condominio e riteneva di essere in regola. I sigilli hanno riguardato anche un negozio cinese che da tre anni non pagava il servizio idrico.

La decisione di chiudere i rubinetti è stata adottata dalla nuova dirigenza della società di gestione del ciclo idrico integrato della Marsica (presidente Attili, amministratore delegato Giuseppe Venturini, consigliere di gestione Armando Floris) dopo anni di ingiustificabile tolleranza.

«Gli operatori commerciali rimasti sordi alle sollecitazioni del Consorzio acquedottistico marsicano hanno visto sfumare la fornitura di acqua», spiegano dagli uffici del Cam, «gli addetti al distacco hanno chiuso i contatori alle prime cinque attività commerciali ubicate in pieno centro cittadino. Ma il tempo sta per scadere anche per i duecento operatori marsicani raggiunti dalla seconda tranche di solleciti, mentre sono partite altre 500 lettere di sollecito verso il grosso dei super morosi, sempre con debiti tra i mille e i 10mila euro».

«Il risanamento dei conti», afferma la presidente del Cam, Paola Attili, «non ammette deroghe per alcuno».

In quest’ottica di ragionamento, dopo aver messo alle strette la Regione Lazio per il mancato pagamento delle forniture idriche ai comuni del vicino Reatino, il consiglio di gestione del Cam ha dato il via alla mega campagna di recupero credito a partire dalle 3.000 utenze non domestiche attive con un debito complessivo di oltre tre milioni di euro. L’azione del Consorzio, ovviamente, sarà ampliata a tutte le posizioni irregolari: per debellare quel fenomeno intollerabile, sia sotto il profilo economico che etico, infatti, il Cam busserà prima alle porte dei titolari delle attività commerciali e poi a quelle delle utenze domestiche.

«Obiettivo della nuova gestione del Cam», conclude la presidente Attili, «è arrivare fino in fondo nella battaglia campale mirata a mettere all’angolo i furbetti dell’acqua, per dar vita a un sistema idrico integrato efficiente, efficace, equo e solidale».

Il capo degli operai, Di Giosia, già ha pronta la sua chiave inglese.

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