Azienda truffata, in due sotto processo 

Il pm: «Mai pagata la merce fornita». Una socia della ditta raggirata è deceduta subito dopo l’avvio dell’indagine

L’AQUILA. Due commercianti sono finiti sotto processo per truffa ai danni di una ditta lombarda che lamenta di non essere stata pagata a fronte della merce fornita.
Un fatto ancora tutto da appurare quanto a responsabilità. E il caso ha voluto che con l’avvio dell’inchiesta ci sia stato il decesso di una socia dell’azienda che ora è parte costituita nel processo.
Va subito detto, a scanso di equivoci, che gli imputati nulla hanno a che spartire con questo triste episodio e non ne sono certamente la causa.
Sotto processo, dunque, con accuse tutte da provare, sono finiti Valentino Piccinini di 37 anni aquilano e Catia Gentili 45 anni, del Frusinate.
Secondo quanto sostiene la Procura della Repubblica Piccinini avrebbe indotto in errore i rappresentanti della ditta fornitrice in ordine alla volontà di pagare le merce acquistata procurandosi un ingiusto profitto e, agli altri, un danno che il magistrato ritiene di una certa consistenza pari ad almeno 187mila euro, ovvero il totale delle fatture insolute.
Più in particolare, operando come ditta Eurobeff, dopo aver ordinato e ricevuto dalla ditta (ora parte civile) una consistente fornitura di materiali per negozi come, per esempio delle bilance o coltelli, veniva omesso il pagamento dichiarando «falsamente» la momentanea impossibilità in quanto i conti sarebbero stati pignorati da Equitalia, per cui non si poteva operare sul mercato.
L’asserita volontà di proseguire il rapporto commerciale avrebbe indotto la ditta raggirata a fornire altro materiale dopo l’impegno di un piano di rientro con emissione di titoli cambiari. I pagamenti non ci furono mai e allora, secondo l’accusa, al fine di frustrare ogni pretesa creditoria, la società aquilana avrebbe continuato a operare con un soggetto giuridico diverso, ovvero con la figura di Catia Gentili la quale avrebbe venduto «a prezzo vile» ad altre società alcune attrezzature ottenute dalla ditta la cui denuncia ha avviato la causa.
I fatti si sarebbero verificati nel giugno del 2016. Udienza il 15 novembre. Finora l’autorità giudiziaria ha ascoltato la parte lesa che ha fornito una propria versione dei fatti che, ovviamente, verrà confutata dai resistenti.
Nel corso del procedimento davanti al giudice monocratico onorario, Quirino Cervellini, la parte civile è rappresentata dall’avvocato Monica Badia mentre gli accusati sono assistiti dagli avvocati Luciano Bontempo e Carmen Fasciano, tutti del Foro dell’Aquila.
Nel capo di imputazione il pm ha contestato a entrambi i sospettati l’aggravante ovvero aver cagionato alla parte offesa «un danno di rilevante gravità».
Si tratta di un processo certamente lungo visti i riscontri probatori assai complessi da verificare.
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