Berardi, il dominio di una famiglia per più di due secoli

Lotte di potere e invasioni: ecco la storia dei Conti dei Marsi ricostruita dal professor Grossi e presentata dall’Archeoclub

AVEZZANO. La storia della Marsica, dal X al XII secolo, è stata caratterizzata dalla famiglia dei Conti Berardi. Ciò che su di essa finora si era scritto non era esente da lacune. A colmarle ci ha pensato uno studioso marsicano di storia antica, Giuseppe Grossi. Il lavoro, frutto di una paziente e rigorosa ricerca delle fonti, lo ha tenuto impegnato per 20 anni. Per presentarlo ha scelto il Centro servizi culturali. All'evento non poteva mancare Umberto Irti, presidente dell'Archeoclub della Marsica, di cui Grossi è un dirigente.

FRANCHI. Lo studio di Grossi parte dalla conquista, nel 774, da parte dei Franchi di Carlo Magno, dell'Italia, dominata fino ad allora dai Longobardi. La Marsica si trova ai confini meridionali del Ducato di Spoleto, che i Franchi amministrano utilizzando funzionari longobardi. Con i Franchi continuano anche le donazioni agli ordini monastici, che acquistano sempre più potere.

INVASIONI. Nell'880-81 i Saraceni, seguendo il corso del Liri-Garigliano, arrivano nel Fucino e distruggono diversi monasteri, tra cui quello di San Vittorino di Celano e quello di Santa Maria di Pescina. Intanto, grazie alle concessioni in enfiteusi delle terre monastiche, si afferma una nuova classe sociale: quella dei liberi proprietari terrieri . Nel 937, c'è una nuova invasione: quella degli ungari. Ma vengono fermati da truppe congiunte di liberi proprietari terrieri marsi e peligni, a Forca Caruso. L'invasione saracena e ungara dimotra la debolezza del potere centrale nella Regione Valeria, lasciata in mano ai monaci e alla nascente associazione di liberi e laici proprietari terrieri.

I BERARDI. Gli imperatori del Sacro Romano Impero, decidono di assumere il controllo del territorio, istituendo due comitati: quello adriatico, affidato a Ottone, e quello reatino-aquilano assegnato al provenzale Berardo, detto “il Francisco”. Con Berardo, che nel 972 si trasferirà, insieme al figlio Rainaldo II, da Rieti a Celano, ha origine la serie dei Conti dei Marsi, che godono della protezione degli imperatori sassoni. Oltre a Celano, i Conti avranno come sede San Donato di Tagliacozzo, Oricola, Carsoli, Colli di Montebove, Luco, Trasacco e Balsorano. Un esponente del casato, Alberico, per intervento diretto di Ottone I, diventa vescovo e nasce la grande diocesi dei Marsi, che si estende da Oricola a Opi. Berardo II, figlio di Rai naldo II, per difendere meglio il territorio, avvia il processo di incastellamento dei feudi. Torri e castelli dominano i borghi. Siamo intorno all'anno Mille. La popolazione cresce e l'economia, basata sull'agricoltura e la pesca, favorite dalla presenza del lago, ha un notevole sviluppo.

CONFLITTO. L'XI secolo segna un periodo di conflitto tra i componenti della famiglia dei Conti del Marsi: i Berardi dominano sul Fucino, gli Oderisi sul Carseolano e Tagliacozzo. Conflitto che porta, nel 1050, alla nascita di una diocesi carseolana. Ma nel 1057, il territorio ritorna nelle mani del potente vescovo dei Marsi, Pandolfo, figlio del conte Berardo II.

NORMANNI. Il successore, Berardo III, grazie a un'accorta politica di alleanze e matrimoni combinati - il figlio Rainaldo IV sposa Aldegrina, figlia del normanno Pandolfo, principe di Capua - salva la contea dai Normani per oltre un secolo. Solo intorno al 1143, Berardo V e Rainaldo III si arrendono alle truppe normanne e mettono fine alla contea. Le terre marsicane vengono inglobate nel principato di Capua, che fa parte del Regno di Sicilia. Ruggero II divide il territorio marsicano in due contee: quella di Albe assegnata a Berardo V e quella di Celano a Rainaldo III. Gli altri feudi vanno agli eredi di Oderisio II e ai parenti: i De Pontibus e i De Montanea.

DIOCESI. La politica filo-normanna, perseguita dai vescovi dei Marsi, porta allo sviluppo della diocesi. Nella bolla papale di Pasquale II del 1115, inviata al celebre vescovo dei Marsi, Berardo, figlio del conte dei Marsi Berardo IV e di Teodosia, divenuto poi santo, la diocesi conta 59 chiese, con cattedrale a Santa Sabina (San Benedetto dei Marsi). Nella successiva bolla di Clemente III del 1188, il numero delle chiese sale a 229.

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