<strong>La proposta</strong>. Il capo della Protezione civile: «È un trampolino di lancio per il territorio». Pescante è perplesso

Bertolaso: Olimpiadi invernali in città

«Nel 2018 L’Aquila sarà stata ricostruita e realizzeremo le infrastrutture»

L’AQUILA. Bertolaso lancia la candidatura dell’Aquila per le Olimpiadi invernali del 2018. Lo fa in un’intervista rilasciata al giornalista Guido del Turco sul Tg5 delle 20 di ieri. Notizia che farà discutere e che per ora incassa la perplessità del vicepresidente del Cio, il marsicano Mario Pescante: «Ci sono già candidature molto forti e poi l’Italia aspira alle Olimpiadi del 2020 con Roma e Venezia». Il termine sarebbe scaduto a ottobre scorso. Bertolaso riaffronta anche il tema delle macerie: «Se qualcuno ci chiedesse di occuparci delle macerie daremmo un contributo».
Ecco alcuni stralci dell’intervista.

Bertolaso, cosa vorrebbe che accadesse nel futuro all’Aquila?
«Ho guardato l’altra notte, e mi sono commosso, la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Vancouver. Conosco ormai bene il territorio aquilano e secondo me un’idea bellissima sarebbe quella di candidare L’Aquila per le Olimpiadi invernali del 2018. In quel momento L’Aquila sarà stata ricostruita. Ci si potrebbe lavorare per attrezzarla affinché diventi una candidatura inimitabile ed eccezionale per un avvenimento così importante».

Ma sul serio nel 2018 tutto può essere talmente a posto all’Aquila da consentire l’organizzazione di una Olimpiade?
«Non vedo assolutamente nessuna difficoltà. Non vorrei essere preso per pazzo ma quando si decise di spostare il G8 dalla Maddalena all’Aquila, qualcuno pensava che lo fossi, mentre invece mi pare che i risultati siano stati sicuramente positivi per l’immagine e l’organizzazione. Qui abbiamo otto anni davanti, si deve ricostruire la città e quindi si può programmare benissimo tutta quella parte relativa agli impianti, accoglienza, logistica, che è necessaria per ospitare un evento di queste dimensioni. Credo che ci sono tutte le risorse e le capacità per fare un grande piano, che possa essere il trampolino di lancio per il futuro dell’Aquila»

Quante tonnellate di macerie bisogna raccogliere nella città dell’Aquila?
«È stato calcolato dalle autorità locali che devono essere raccolti, tra demolizioni e macerie già esistenti, oltre 4 milioni di tonnellate, una cifra abbastanza importante e davvero considerevole che richiede un impegno, una programmazione, una definizione di dettagli che mi auguro stiano facendo».

Chi è che deve togliere le macerie dall’Aquila ma anche dalle altre città colpite dal terremoto?
«È sempre stato molto chiaro a tutti che un provvedimento del presidente del Consigflio affidava ai sindaci la responsabilità di fare queste operazione. Noi, addirittura in certi casi abbiamo anche anticipato i soldi per consentire che questo lavoro venisse fatto. Abbiamo sempre detto che ci saremmo occupati di dare una casa e una sistemazione confortevole a tutti quelli che avevano perso la propria abitazione. Ci mancava altro che oltre a un lavotro di assistenza ai terremotati e agli sfollati, il ripristino delle scuole e la ricostruzione delle chiese, dovessimo portare via anche le macerie. Quando c’è stata qualche difficoltà, qualche problema, noi siamo intervenuti. Onna era davvero il simbolo di questa situazione perché vicino al villaggio di legno che si stava costruendo, continuavano a esserci queste macerie che stringevano il cuore. Quindi a un certo punto siamo intervenuti e abbiamo fatto fare ai vigili del fuoco la rimozione».