L’agenzia del Volo 

Campo Felice, ecco perché precipitò l’elicottero del 118

I rissultati dell'inchiesta dell'Agenzia nazionale per la sicurezza al volo (Ansv):  la scarsa visibilità, il limitato allenamento del pilota al volo strumentale, l'assenza di un tecnico. "Ma la base dell'Aquila andava dotata di un mezzo con apparecchiature adeguate"

L’AQUILA. La scarsa visibilità, la decisione del pilota di proseguire lo stesso la missione, il suo limitato allenamento al volo strumentale e la perdita di «consapevolezza situazionale»: sono le cause che hanno «significativamente contribuito» all'incidente, avvenuto il 24 gennaio dell'anno scorso, a Campo Felice dove un elicottero del 118 si schiantò contro un monte provocando la morte delle sei persone a bordo. Sono i risultati dell’inchiesta condotta dall'Ansv, l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Un'inchiesta, viene precisato, che «ha finalità esclusivamente di prevenzione, non di individuazione di eventuali responsabilità».

L'elicottero decollato dall'aeroporto di Preturo per soccorrere uno sciatore infortunatosi e poi ripartito alla volta dell'ospedale dell'Aquila, si schiantò subito dopo il decollo sul versante Sud-ovest del monte Cefalone, a 1.840 metri di quota.

leggi anche: Strage dell'elicottero 118, il pm: «Il pilota non era stato addestrato»  Indagati sei dirigenti e tecnici di Inaer (società che aveva il contratto con la Asl di Pescara) per disastro aereo e omicidio colposo

L'inchiesta dell'Ansv ha accertato che non vi erano «inefficienze» né dell'elicottero, né dei sistemi di bordo «che possano aver causato o contribuito a causare l'incidente» e tanto meno sono emerse avarie. Piuttosto, va rilevato che «le condizioni di visibilità nella parte iniziale e in quella centrale della piana di Campo Felice erano degradate rapidamente».

L'Ansv rileva inoltre che "la perdita di consapevolezza situazionale causata dal probabile disorientamento spaziale sofferto dal pilota (...) non ha consentito allo stesso di riconoscere e recuperare l’assetto non stabilizzato dell’elicottero, in particolare la virata a destra finale che ha portato all’impatto". E che "all’incidente potrebbe inoltre aver contribuito l’assenza in cabina di pilotaggio del tecnico Hems (Helicopter emergency medical service), che ha privato il pilota di un migliore supporto alla sua attività decisionale e di condotta".

Ma una delle conclusioni alle quali giunge l'Anv dalle quali deriva una serie di raccomandazioni a livello nazionale tecnico e formativo degli equipaggi degli elicotteri del 118, riguarda la sede dell'Aquila. Scive l'Ansv: "La base HEMS dell’Aquila del predetto operatore si caratterizza, più di altre basi, per la particolare orografia dell’area di potenziale intervento del vettore HEMS, orografia associata a condizioni climatiche rapidamente variabili (come quelle che si possono tipicamente riscontrare in un territorio prevalentemente montuoso) e che possono effettivamente presentare un rischio concreto per gli equipaggi HEMS. Alla luce di quanto testé detto ed al netto di considerazioni di cara ttere contrattuale/logistico riguardanti l’impiego della flotta AW139, sarebbe stato numericamente possibile assegnare alla base HEMS dell’Aquila uno dei 10 elicotteri AW139 autorizzati HEMS e dotati di E - GPWS. Una completa valutazione degli aspetti di cui sopra avrebbe potuto portare all’assegnazione di un elicottero dotato di E - GPWS alla base dell’Aquila, in grado di fornire un ulteriore ausilio  all’equipaggio di condotta in termini di consapevolezza situazionale, quando lo stesso è venuto a trovarsi in condizioni IMC e probabilmente in disorientamento spaziale".

 

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA .