Canile, finisce l’era “Code felici” 

Convenzione e proroghe scadute, la presidente Tunno riconsegna le chiavi

SULMONA. Finisce un’era al canile municipale: quella delle “Code felici”, coccolate e curate negli ultimi 12 anni dalla presidente dell’associazione Gabriella Tunno. Sono, infatti, scadute la convenzione con il Comune e le relative proroghe. Lei accudisce da più di 30 anni oltre 400 cani che non avrebbero una casa, sparsi tra il suo canile privato, quello comunale e quello del supercarcere. Per Tunno, sulmonese di 59 anni, il volontariato verso gli amici a quattro zampe è diventato una missione di vita. La sua giornata inizia alle 6 di mattina e termina alle 19, domeniche e festivi compresi. La sofferta decisione è stata presa nei giorni scorsi dall’ex gestore, che ha riconsegnato le chiavi della struttura, formalizzando il passaggio di consegne con la cooperativa Lida di Ortona, che si è aggiudicata la gestione temporanea della struttura fino alla conclusione delle procedure di gara. Inizialmente si era pensato a una soluzione tampone con la Tunno, ma lei non se l’è sentita. Forse anche per l’inchiesta che la vede coinvolta, in seguito al rinvenimento di circa 18 carcasse di cane interrate nel canile. Così l’altro giorno, non senza lacrime e dispiacere, ha aperto il canile alle cinque per sbrigare le ultime cose, dare cibo e medicinali ai cani e se ne è andata. «Qui bisogna lavorare con serenità e per ora ho scelto solo di fare la volontaria per i cani più bisognosi di cui conosco ogni esigenza», racconta Tunno che rilancia l’appello a sostenere l’attività. «Mi spiace constatare che la tanta solidarietà mostrata nei giorni scorsi da tanti fantomatici animalisti non si sia tradotta in prestazioni di volontariato», dice. «Invito chiunque abbia a cuore la sorte di quelle povere anime a visitare la struttura e a valutarne le effettive condizioni in cui versa. È altresì un dato di fatto che le criticità evidenziate non sono da attribuire ai due collaboratori. Noi vigileremo». È dunque tempo di bilanci. «Ho gestito la struttura dal 2007, iniziando con 120 cani e arrivando ad ospitarne fino a 270 e da sempre», sottolinea, «con lo stesso trattamento economico iniziale, quindi con sacrifici personali enormi».
Nel corso di questi anni Code Felici ha lavorato per debellare il randagismo e la gestione è andata avanti non senza problemi, tra pagamenti in ritardo da parte del Comune (3.400 euro al mese) ed emergenze legate alla carenza idrica e alle infiltrazioni dal tetto. (f.p.)
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