Canone di estrazione alto Condannato il Comune 

Magliano de’ Marsi, si tratta di sentenze esecutive a carico dell’ente municipale per 300mila euro dovuti alla società Ficorilli Calcestruzzi. Ora ci sarà l’Appello 

MAGLIANO DE’ MARSI. Un debito fuori bilancio di oltre 292mila euro, di cui 83mila per interessi e rivalutazione e 25mila per spese legali. Una vera stangata per il Comune di Magliano de’ Marsi, che ha dovuto approvare a maggioranza il riconoscimento del maxi debito derivante da alcune sentenze esecutive, non definitive, legate a una controversia con la società Ficorilli Calcestruzzi srl, difesa dall'avvocato Paolo Novella. Sulla questione, che fa tremare il municipio del piccolo centro marsicano, l’assessore Andrea Morgante ha precisato che «la sentenza 960 del 2017, con la quale viene accolta l’opposizione proposta dalla società sul decreto ingiuntivo promosso dal Comune, ha visto l’ente condannato a pagare le spese di lite, mentre la sentenza 1068 del 2017, con la quale il giudice di primo grado ha rigettato l’opposizione proposta dal Comune al decreto ingiuntivo proposto dalla Ditta Ficorilli, ha condannato l'ente alla restituzione degli importi corrisposti in eccesso dalla società in forza di un contratto di concessione, condannandolo alla spese di lite».
In sostanza, anni fa, il Comune aveva applicato un prezzo del canone di escavazione superiore a quello previsto dalla Regione. A questo punto, il Comune provvederà al pagamento del debito mediante un piano di rateizzazione, convenuto con la Società Ficorilli, della durata di tre esercizi finanziari. Sulla vicenda, il consigliere Angelo Iacomini, l’unico dell’opposizione nel consiglio del 6 giugno, durante il quale è stato riconosciuto il debito, ha sottolineato di «non apprezzare, al di là di ogni legittima ragione, il comportamento della Società Ficorilli, che avrebbe potuto attendere il pronunciamento della Corte d’appello senza pretendere il pagamento sulla base delle sentenze esecutive di primo grado. Qualora ci fosse un ribaltamento delle decisioni da parte della Corte», ha evidenziato Iacomini, «il Comune dovrebbe adottare azioni decise nei confronti della ditta, per il recupero delle somme di denaro oggetto delle sentenze di condanna». Ha infine ribadito «l’inopportunità della sitta di non attendere l’esito delle pronunce dell’Appello anche perché, essendo una srl, potrebbe non essere solvibile».
Su questo punto il sindaco Mariangela Amiconi ha affermato che «la Corte d’appello, nel provvedimento di rigetto dell’istanza di sospensione della esecutività della sentenza, presentata dal Comune, non ha ritenuto fondato il pericolo di irrecuperabilità delle somme, nonostante la natura di società a responsabilità limitata».
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