Casa dello studente, prima causa civile

Oggi parte la discussione sulla richiesta di 6 milioni di danni invocata da parti lese e superstiti

L’AQUILA. Oggi al via quello che può essere definito il primo maxiprocesso civile, per il crollo della Casa dello studente, promosso in rappresentanza di ben undici parti civili del crollo dello stabile dove morirono otto giovani.

Nel mirino la Regione Abruzzo e l’Azienda per il diritto agli studi universitari nonché tutti gli altri enti chiamati in causa.

Il giudice designato è Antonella Camilli che subentra a Maria Carmela Magarò trasferita in altro tribunale. L’avvocato di parte civile Wania Della Vigna, torna a sottolineare le responsabilità civili della Regione e dell’Adsu per la morte e le lesioni conseguenti al crollo. Questi due enti, a loro volta,hanno esteso il contraddittorio chiamando in causa l’Angelini Farmaceutica, il Miur ma anche l’Ateneo e gli imputati condannati in Cassazione.

A loro volta, l’Adsu e tutti i chiamati in causa, hanno evocato in giudizio anche le rispettive compagnie di assicurazioni a garanzia del risarcimento. Complessivamente nel processo civile sono stati richiesti circa 6 milioni per i familiari di un ragazzo straniero deceduto e per altri cinque studenti, miracolosamente sopravvissuti sotto le macerie dell’edificio pubblico, adibito a Casa dello studente, la notte del 6 aprile 2009.

L’avvocato Della Vigna, che già preannuncia altre quindici cause civili nell’interesse di altri studenti che alloggiavano nell’edificio in via XX Settembre, interviene al riguardo con una sua nota.

«Finalmente», dice, «a distanza di due anni dalla notifica dell’atto di citazione, si entra nel merito del giudizio civile e mi sorprendo che la Corte di Cassazione, quarta sezione penale, a distanza di oltre nove mesi dall’udienza del giorno 11 maggio 2016, non abbia ancora depositato le motivazioni della sentenza di conferma delle condanne dei responsabili penali».

«Questo processo civile», prosegue, «nasce, infatti, da tutto il materiale probatorio dalle indagini della Procura della Repubblica aquilana, del compianto Alfredo Rossini e del pm Fabio Picuti, con tutte le consulenze tecniche degli esperti Decanini, Aledda, Benedettini, Salvatori e soprattutto della perizia della dottoressa Maria Gabriella Mulas assunte in sede di incidente probatorio, nel pieno contraddittorio tra le tutte le parti».

«A tal fine», conclude, «ho intenzione di proporre, nei prossimi giorni, istanza in Corte di Cassazione al primo presidente Giovanni Canzio, all’epoca dei fatti presidente della Corte di Appello dell’Aquila. Mi auguro, altresì, che i tempi della giustizia civile siano rapidi ed equi per rispetto ai familiari delle vittime».

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