Casa studente, due tecnici vanno in cella

Centofanti e Pace devono scontare 4 anni. Rossicone è ai domiciliari perché ammalato. Sebastiani resta libero

L’AQUILA. Tredici giorni dopo la sentenza definitiva, la Procura della Repubblica ha ordinato l’arresto di due dei quattro responsabili del crollo della Casa dello studente nel quale morirono otto giovani, mentre per gli altri due la pena è stata sospesa. Questo l’inesorabile atto finale del processo simbolo sui crolli del post-terremoto.

Sono in carcere Pietro Centofanti, ingegnere, ex sindaco di Sulmona, 56 anni, e il collega Berardino Pace, di Pratola Peligna (59) entrambi condannati a quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo, lesioni e disastro colposo. L’esecuzione (motivi di salute) è stata sospesa per l’ingegnere di Scanno, Tancredi Rossicone, (59), condannato anch’egli a quattro anni. Per ora resta ai domiciliari.

Il dipendente Adsu, Pietro Sebastiani, aquilano (52 anni), il quale è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione, resta libero e potrà beneficiare dei servizi sociali.

I tre ingegneri sono stati ritenuti colpevoli perché, in occasione dei restauri del 2000 della Casa dello studente, avrebbero dovuto valutare, in quanto esperti, l’adeguatezza statica e dinamica di tutte le strutture dell’edificio poi crollato. Pietro Sebastiani, funzionario Adsu, non si sarebbe dovuto limitare al dato formale del collaudo ma avrebbe dovuto controllare in concreto l'operato di coloro che avevano realizzato le opere visto che si trattava di una ristrutturazione vera e propria.

Se non ci fossero state le succitate omissioni ci si sarebbe resi conto di come il palazzo, realizzato con gravissime lacune negli anni Sessanta, fosse a rischio crollo: queste, in sintesi, le motivazioni con le quali i giudici di Corte d’Appello confermarono le condanne di primo grado di recente ribadite in Cassazione. Accuse respinte dai legali degli imputati in tutti i gradi di giudizio. A loro avviso, e sulla scorta di perizie concordanti, compresa quella del giudice, il palazzo era stato progettato negli anni Sessanta talmente male che sarebbe crollato a prescindere dai restauri che hanno indebolito la struttura. Il provvedimento è stato notificato ed eseguito ieri dai carabinieri su disposizione della Procura. Gli avvocati dei tre tecnici condannati a quattro anni, Mercurio Galasso e Massimo Galasso, si apprestano a chiedere misure alternative per i loro assistiti che ora sono in cella a Sulmona, mentre i legali di Sebastiani, Attilio Cecchini e Angelo Colagrande, hanno un mese di tempo per chiedere alla Procura la destinazione ai servizi sociali. La Procura formerà un fascicolo da inviare al tribunale di Sorveglianza che deciderà in merito.

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