Cassa integrazione per 13mila persone nell’Aquilano

I numeri: più 18,9% in città, la straordinaria raddoppia Ciuca (Uilm): «Favorire l’arrivo di nuove realtà industriali»

L’AQUILA. C’è un dato che, più degli altri, descrive la drammatica situazione occupazionale nella provincia aquilana.

Tra il 2014 e il 2015 l’incremento di ore concesse di cassa integrazione straordinaria, nel comparto industriale, ha toccato il 97%. E nella quasi totalità dei casi, come sottolinea la Uilm, la cassa integrazione straordinaria è il punto di non ritorno verso la perdita totale di reddito.

Le cifre sugli ammortizzatori sociali che sono state diffuse nei giorni scorsi dall’Inps, relative al 2015, confermano il ruolo di Cenerentola della nostra provincia: se in tutto l’Abruzzo si è registrata una diminuzione dello 0,7% dei beneficiari, sono però Chieti e Teramo a bilanciare il complessivo dato negativo di Teramo e L’Aquila.

Nel capoluogo di regione, il ricorso ai vari strumenti di sostegno al reddito è aumentato del 18,9%. Ecco il dettaglio: 4372 lavoratori in cassa integrazione, 1791 in mobilità, 4519 in Aspi e mini Aspi (nuova forma di assegno di disoccupazione), 2122 in Naspi e Dis-Coll (co.co.co, co.co.pro). In tutto, 12.804 persone in regime di ammortizzatori sociali.

«A questi lavoratori», sottolinea il segretario Uilm Clara Ciuca (nella foto), «vanno aggiunti i disoccupati storici, che ormai non rientrano in nessuna statistica. La crudeltà di questi numeri mette nero su bianco una situazione drammatica che purtroppo la Uilm già conosceva ampiamente. La disgregazione del tessuto industriale dell’Aquila fonda le sue radici ben prima dell’attuale crisi economica, è più di un ventennio che questo territorio non esercita potere attrattivo verso i gruppi industriali. Inoltre, troppo spesso le realtà imprenditoriali esistenti vengono lasciate al proprio destino. Quindi ben vengano le vertenze occupazionali, ma auspichiamo che questi tavoli tecnici, a differenza di quanto visto in passato, incomincino a dare risposte concrete alle migliaia di lavoratori che hanno perso il proprio futuro, e favoriscano una completa sinergia tra imprese, sindacati e istituzioni. Questo sindacato si sente più che mai in dovere di far uscire la provincia dell’Aquila dal suo oblio, agendo da pungolo verso le istituzioni pubbliche e, attraverso lo spirito costruttivo che ci contraddistingue, favorendo con ogni mezzo lecito il consolidamento e l’arrivo di realtà industriali».

Romana Scopano

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