Celano: «Io, precario da 20 anni e licenziato» 

Lo sfogo del 54enne D’Andrea: «Il Comune mi ha messo alla porta, nessuno mi riceve»

CELANO. Vent’anni da precario e un amaro licenziamento raccontati in uno sfogo da Pietro D’Andrea, 54 anni di Celano, sposato, due figli di 11 e 9 anni, da una vita in Comune sempre con contratti a tempo determinato.
D’Andrea, da 8 mesi, sta vivendo un dramma personale e familiare.
«Sono entrato a lavorare al Comune di Celano 20 anni fa, con la mobilità, ero infatti uno dei dipendenti della Plus Italia», racconta il disoccupato, «nel corso di tutto questo tempo ho firmato ogni tipo di contratto di lavoro, rimanendo sempre nel limbo del precariato e dell’incertezza. Ho svolto diversi compiti, sono stato impiegato al cimitero comunale, nella manutenzione esterna, ho guidato mezzi pubblici, ho sempre accettato qualsiasi mansione mi veniva proposta. Tutto questo fino allo scorso mese di gennaio, quando, come se nulla fosse, mi hanno mandato via. Nel corso degli anni, sempre attraverso cooperative o agenzie interinali, sono state assunte in Comune altre persone, senza selezione pubblica, che a oggi sono ancora al lavoro, mentre io, che già venivo da una mobilità e con due bambini, sono a casa. Potete immaginare la nostra situazione, la serenità familiare che ovviamente ne risente ogni giorno di più».
D’Andrea ricorda anche quando gli sono state ridotte le ore settimanali di lavoro, passate da 36 a 30.
«Una decisione accettata per non perdere il posto», confessa l’uomo.
«Sei anni fa mi successe un episodio del genere e preso dalla disperazione mi incatenai per giorni davanti al Comune», prosegue il 54enne celanese, «fino a quando mi ripresero. In questi mesi, ho cercato altri impieghi, ho più volte tentato di parlare con qualcuno dell’amministrazione comunale, ma per me la porta è stata sempre chiusa. Chiedo solo di venire reintegrato nel mio posto di lavoro».
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