Celano, maxi sequestro a un furbetto del Fisco

Imprenditore finisce nei guai. La Procura blocca un terreno e conti correnti in cinque banche per oltre 340 mila euro

CELANO. Prima i carrozzieri, dopo un ristoratore, adesso un imprenditore del settore immobiliare: la lotta ai furbetti del Fisco ha portato all’ennesima denuncia della Finanza di Avezzano. Nei confronti di T.D., 60 anni, di Celano, è scattata una misura cautelare per omesso versamento delle imposte. Accusa che ha portato al sequestro di beni per 340mila euro. Si tratta di conti correnti distribuiti in cinque banche – alcune anche nelle Marche e in Sardegna – e di un terreno agricolo ad Aielli. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale, Francesca Proietti, su richiesta del sostituto procuratore Roberto Savelli.

La misura rappresenta l’epilogo di indagini svolte dai finanzieri in seguito a una segnalazione trasmessa dall’Agenzia delle entrate alla Procura.

Secondo l’accusa, il 60enne celanese, titolare della ditta individuale, per evadere le imposte sui redditi e sull’Iva, per l’anno d’imposta 2010, emetteva una fattura per operazioni inesistenti per un totale di 360mila euro. Così facendo, sempre stando alla ricostruzione delle Fiamme gialle, ha consentito a una società con la quale intratteneva rapporti commerciali di evadere le imposte. Più nel dettaglio, l’imprenditore indicava, nella prevista dichiarazione fiscale annuale, redditi inferiori (euro 59.665) rispetto a quelli realmente percepiti (1.007.281,24) con conseguente imposta evasa pari a 311.801 euro; indicava costi fittizi pari a 145mila euro avvalendosi di una fattura per operazioni inesistenti emessa da una società con la quale aveva intrattenuto rapporti economici. Il gip, nel provvedimento, evidenzia i «gravi indizi di colpevolezza» e l’esigenza di «pervenire al recupero di quanto illegittimamente sottratto all’Erario». Motivo che ha portato al sequestro di parte del patrimonio dell’indagato.

«Il contrasto alle condotte fraudolente poste in essere dai contribuenti disonesti costituisce da sempre una delle priorità per la Guardia di finanza», spiegano dal comando provinciale delle Fiamme gialle, «che, anche attraverso forme sempre più virtuose di collaborazione con gli uffici giudiziari e finanziari, è costantemente protesa a contrastare gli effetti negativi causati all’economia dall’evasione fiscale. Chi utilizza fatture false e realizza sistemi articolati di frode fiscale sottrae risorse importantissime per lo sviluppo del Paese e la ripresa del processo di crescita economica».

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