Chiesa di Santa Giusta, restauro avviato

Il primo lotto dei lavori terminerà a fine anno ma serviranno ancora più di 10 milioni di euro per terminare l’opera

L’AQUILA. I portoni in legno sono rimasti chiusi dalla terribile notte del sei aprile 2009. Col tempo la facciata della chiesa di Santa Giusta è stata nascosta da una fittissima rete di impalcature che l'hanno ormai resa irriconoscibile. Ma anche quando la gabbia di ferro verrà smontata la chiesa non sarà più la stessa: l'incessante lavoro degli architetti della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, infatti, ha svelato un nuovo volto di Santa Giusta. Un profilo tipicamente romanico che era stato coperto in tempi recenti (probabilmente negli anni Sessanta) da superfetazioni che ne avevano coperto la bellezza.

«Il nostro obiettivo è riportare la chiesa all'antico splendore» spiega Patrizia Tomassetti, architetto della Soprintendenza «il problema è ora quello dei finanziamenti».

Il primo lotto di lavori, che terminerà a fine anno, infatti, è stato finanziato con circa un milione di euro. E' previsto poi un secondo finanziamento di circa 2,5 milioni.

«Ma per completare il restauro ci servirebbero ulteriori 8-10milioni» spiega la Tomassetti «soldi che per il momento non abbiamo». Il rischio, o meglio la certezza, è che la chiesa resterà chiusa ancora per diversi anni. Intanto, però, le mura del XIII secolo di giorno in giorno rivelano sorprese inaspettate.

«Vivere in questa città è difficile e faticoso. Lo sanno tutti coloro che da sei anni cercano quotidianamente di ritrovarne il senso, di ripensarne gli spazi, di prefigurare un ritorno alla normalità» commenta la Soprintendente, Alessandra Vittorini «lavorare per restituirla alla sua integrità e complessità originaria, a partire dai monumenti, dal patrimonio culturale, dai luoghi collettivi e identitari della sua storia e della sua memoria, è per tutti noi un grande impegno. E, soprattutto, una grande responsabilità».

ALTERAZIONI STRUTTURALI. «Sono gravissime le alterazioni strutturali apportate a Santa Giusta nei decenni passati» spiega l'architetto «la realizzazione di una scala a servizio della canonica è stata effettuata in danno della muratura dell'abside destra: la stessa è stata praticamente scavata per tutto lo spessore. Analogo intervento ha interessato la parete alla destra dell'ingresso laterale dove la necessità di ricavare un locale tecnico ha suggerito uno scellerato intervento di scavo della sezione muraria, evidentemente troppo spessa, inutile e ingombrante nella mente di coloro che hanno fatto l'intervento».

Due dunque le superfetazioni: una sulla facciata laterale, l'altra nella zona dell'abside che risalgono agli anni Sessanta: corpi di fabbrica posticci che coprivano fino al 2009 il profilo romanico della chiesa. «La demolizione di queste superfetazioni si è resa necessaria proprio per ricostruire una unità strutturale altrimenti profondamente alterata» continua la Tomassetti «la demolizione del piccolo volume di collegamento tra la canonica e l'abside, che funzionalmente permetteva al parroco di accedere direttamente nel coro, ha inoltre permesso di recuperare uno dei prospetti più interessanti di tutta l'area aquilana. Nei prospetti absidali praticamente risvelati è possibile rileggere intatto tutto il palinsesto degli interventi che si sono succeduti: le bellissime finestre monofore medievali sono state tamponate e, nell'ambito della revisione dell'aula chiesastica nel periodo barocco, sono state aperte ampie finestre che hanno determinato discontinuità importanti nell'assetto murario».

L'intervento di recupero filologico dell'imponente facciata romanico-gotica, permetterà anche di conservare gli elementi barocchi all'interno dell'aula.

DOPPIE VOLTE. «Tra gli altri elementi non prevedibili in fase di progetto si rileva inoltre, la presenza di doppie volte nelle coperture absidali» spiega l'architetto «qui la risistemazione barocca si è giustapposta alle preesistenti strutture senza alterarle. Durante il terremoto le volte in muratura presenti sopra a quelle in laterizio barocche hanno collassato, apportando gravissimi danni alle volte inferiori».

AFFRESCHI. Già prima del terremoto era noto che nella controfacciata (parete interna dell'edificio che si trova dietro la facciata) della chiesa erano presenti affreschi coperti.

«I lavori hanno permesso di valutare l'estensione delle superfici affrescate e la qualità delle pittura» conclude l'architetto. Sugli affreschi sarà possibile dire qualcosa in più dopo che il personale della Soprintendenza per i Beni storico artistici avrà approfondito specificatamente lo studio».

Nei lavori di Santa Giusta sono impegnati anche Biancamaria Colasacco, della Soprintendenza ai beni storico artistici, il progettista Carlo Lufrano e il direttore dei lavori Giuseppe Rossi.

Michela Corridore

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