Chiuse le zone di escursione, guide alpine in rivolta

Rischio valanghe. Iannetti: ricorso al prefetto per annullare le ordinanze, da interdire solo i valloni. Turismo giù del 40%

L’AQUILA. La paura di slavine e valanghe ha spinto i sindaci dei comuni dell’Aquila, Castel del Monte, Ovindoli e Roccaraso, a emanare un’ordinanza in cui si vieta qualsiasi attività in montagna che non sia sulle piste da sci. Quindi, niente escursionismo, anche se le zone sono sicure e lontane da valloni o costoni.

Una decisione contestata dalle guide alpine, secondo cui danneggerebbe il turismo della montagna, già fortemente penalizzzato dalle recenti tragedie, a cominciare dal terremoto di Amatrice e Montereale e a seguire quella dell’hotel Rigopiano e dalle forti nevicate.

La guida alpina Pasquale Iannetti, ha presentato un ricorso al prefetto, Giuseppe Linardi, chiedendo l’annullamento delle ordinanze.

«Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, già nel 2014, dopo la morte di uno sciatore aquilano, Mario Celli, sui Valloni di Campo Imperatore emise un’ordinanza di “divieto di sciare fuori pista su tutto il territorio del comune dell'Aquila”. L'ordinanza fu annullata per intervento del prefetto di allora, Francesco Alecci, e sostituita con una in cui si vietava lo sci fuori pista “al di fuori del bacino sciistico di Campo Imperatore”. Per le stesse ragioni, chiediamo al prefetto Linardi l’annullamento delle ordinanze di tutti i sindaci».

«Io faccio quello che mi dice la Commissione valanghe e quindi ho emanato l’ordinanza», ha replicato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

«Quello che fa rabbia», afferma Iannetti, «è che si passa da un eccesso a un altro. Intanto non tutti i sindaci, a cominciare da quello di Ovindoli, Simone Angelosante, hanno sentito il parere, obbligatorio per legge, della Commissione valanghe. E su questo abbiamo fatto ricorso che, in caso di accoglimento, si porterebbe poi dietro tutte le altre ordinanze. Ma se frana una collina vicino all’Aquila, Cialente che fa, chiude la circolazione su tutto il territorio comunale? Ebbene», aggiunge Pasquale Iannetti, «è quello che sta accadendo. Noi guide alpine siamo praticamente fermi, non si fanno più escursioni. A Roccaraso non c’è alcun rischio, eppure c’è l’ordinanza. A Rocca Calascio si lavorava con gli stranieri, ma sono piovute le disdette. Oggi se vai da Assergi in auto verso Montecristo e ti fermi per fare due passi, se incontri una guardia zelante ti fa la multa e c’è anche la denuncia penale. È una follia, che sta bloccando noi, ma soprattutto il turismo. C’è stato un calo del 40%, che con il passare dei giorni arriverà al 50».

«A Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio, oggi non si possono fare escursioni», conclude la guida alpina. «Si tratta di zone sicure. È giusto chiudere i valloni, perché chi fa i fuoripista è incosciente. Ma perché chiudere tutto?».

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