Cialente ai suoi dirigenti «Il dissesto è colpa vostra»

Lettera del sindaco alla Procura e intanto salta l’approvazione del bilancio È bagarre con l’opposizione: «Se non quadrano i conti è meglio lo scioglimento»

L’AQUILA. Si è infranta sullo scoglio del numero legale la seduta del consiglio comunale convocata per discutere sul rendiconto 2015. In aula solo dieci dei sedici consiglieri necessari (quasi tutti di minoranza), a tenere in vita la sessione, slittata a sabato prossimo dopo tre ore di acceso dibattito che non ha lesinato sorprese. Al di là dei soliti numeri, dei soldi che mancano e che non si sa se arriveranno, il vero colpo di scena è stato la lettera che il sindaco Massimo Cialente ha inviato al ministero dell’Interno, al prefetto, e alla procura della Repubblica, con la quale scarica sui dirigenti, che non avrebbero approntato per tempo gli atti necessari, la mancata approvazione del bilancio consuntivo. Anche il presidente del consiglio, Carlo Benedetti, ha voluto rimarcare la questione, richiamando i dirigenti a partecipare alla seduta, minacciando provvedimenti disciplinari. Quella dei bilanci, consuntivo e di previsione, è una bomba a orologeria che rischia di travolgere l’amministrazione. Per quanto riguarda il preventivo, se da una parte è vero che mancano all’appello i 24 milioni di trasferimenti statali a compensare le minori entrate, dall’altra c’è il fatto che il governo, su questo fronte, continua a fare orecchie da mercante. Ora che è stato dichiarato irricevibile l’emendamento presentato da Stefania Pezzopane al decreto università, la strada è ancora più in salita. La spiegazione della senatrice, che ha definito l’emendamento come un’utile provocazione per far capire al governo l’importanza di quei 24 milioni, è stata salutata con costernazione dalla minoranza. «Un fatto gravissimo», ha detto Ettore Di Cesare (Appello per L’Aquila). «È qualcosa che dovrebbe provocare la fine politica della senatrice, non si scherza su questi argomenti. Se l’avesse fatto la senatrice Enza Blundo è facile immaginare quale sarebbe stata la reazione della maggioranza». Poi, c’è l’altro problema, quello del consuntivo. Duro l’affondo del consigliere Giustino Masciocco (Sinistra italiana), che dopo aver difeso l’operato della prima commissione ha sottolineato: «Sotto il profilo politico è chiaro ed evidente che l’amministrazione di cui faccio parte non è stata capace di trovare tempi e modi per l’approvazione del bilancio consuntivo. Il sindaco che scrive al prefetto per dire che i dirigenti non hanno consegnato i documenti, ha dichiarato da solo di non farcela. Mentre sul bilancio di previsione i problemi sono quelli del mancato trasferimento di fondi, su quello consuntivo ci siamo fatti male da soli. Siamo stati degli incapaci. Credo che sia una questione di dignità: se non ci sono soldi per far quadrare i conti i consiglieri si devono dimettere. È un atto politico, non è giusto che a pagare lo scotto della situazione interna al Pd nazionale debba essere la nostra città». Ettore Di Cesare ha rincarato la dose. «Voglio i nomi dei dirigenti che non hanno presentato i resoconti. Non è giusto», ha detto, «sparare nel mucchio. Il fatto che la macchina amministrativa non funzioni, è indice inequivocabile del fatto che la parte politica non sa far funzionare una macchina di cui è responsabile. Solo per questo fatto se sciolgono questo consiglio comunale è giusto, perché l’amministrazione non è in grado fare quello che la legge prevede». Luigi D’Eramo (Noi con Salvini), ha descritto la situazione degli ultimi giorni come «un cadavere in putrefazione. Quello di oggi è l’epilogo della vicenda politica più triste degli ultimi anni». D’Eramo e gli altri consiglieri del gruppo hanno chiesto le dimissioni della senatrice Pezzopane e, per quanto riguarda il Comune, lo scioglimento immediato del consiglio.

Angela Baglioni

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