Il sindaco cerca di ricucire lo strappo, ma le polemiche non rientrano

Cittadinanza negata, Cialente chiede scusa a Bertolaso

L’AQUILA. Prima le scuse pubbliche. Poi ieri mattina una lunga telefonata e la ricerca di un incontro «riparatorio». Un tentativo, quello del sindaco Cialente, di ricucire lo strappo con la Protezione civile. Di rimediare al danno provocato dalla proposta di delibera - quella per il conferire della cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso - «incautamente» approdata in quarta commissione consiliare dove a prevalere, è cosa ormai nota, sono state le ragioni del no.

L’incontro tra Cialente e Bertolaso si terrà la prossima settimana a Roma.
«Non posso non provare imbarazzo e rammarico per questo pasticcio imputabile solo all’infantile ricerca di visibilità di alcuni consiglieri che hanno voluto forzare la mano senza pensare alle conseguenze di questa loro azione». Così il sindaco Cialente bolla, ancora una volta, l’iniziativa dei consiglieri del gruppo Rialzati L’Aquila «che hanno preteso il voto» dice «su quella proposta di delibera, pur sapendo che la cosa sarebbe finita in questo modo. I consiglieri Enrico Verini e Roberto Tinari hanno inspiegabilmente rifiutato ogni tentativo di mediazione. E inascoltati sono stati anche i consigli arrivati da esponenti della loro stessa coalizione. Il danno provocato da questa “sortita” è stato grande, sia per la città che per Bertolaso. E spero che la cosa non vada oltre. Verrà il tempo per ringraziare, e lo faremo coralmente, tutti coloro che hanno portato aiuto e solidarietà all’Aquila».

Ma da parte di Verini e Tinari non c’è alcuna intenzione di fare passi indietro. Anzi, per i due consiglieri il sindaco farebbe bene a dimettersi.
«Anche su una questione che non avrebbe dovuto suscitare discussioni e che si sarebbe dovuta risolvere in 5 minuti, L’Aquila» scrivono i due consiglieri «si trova a inseguire i dieci comuni del circondario che hanno dimostrato maggiore senso delle istituzioni attraverso l’iniziativa del ringraziamento pubblico a Bertolaso. Ciò per cercare di rimediare alla figuraccia che la tua maggioranza ha fatto fare alla nostra città». I due consiglieri accusano Cialente, di «bugie penose» quando afferma «che tutti sarebbero favorevoli alla cittadinanza onoraria ma che questo non è il tempo giusto.

Venimmo a settembre» aggiungono «a riferirti della nostra iniziativa e ci dicesti di posticiparla a dicembre, perché ancora non si consegnavano gli alloggi agli aquilani. Abbiamo aspettato. A dicembre siamo tornati e ci hai detto che sarebbe stato giusto produrre una simile delibera anche per altri volontari che si sono spesi per L’Aquila. Siamo stati d’accordo, ti abbiamo detto “fallo” e abbiamo aspettato. Ma non avete fatto nulla. A vigili del fuoco, agli altri volontari, voi non avete dato né cittadinanze né detto grazie in modo ufficiale».

Da Verini e Tinari arriva anche la conferma di voler portare, comunque, la proposta in consiglio comunale.
Fortemente critico sul loro operato Giuseppe Bernardi, presidente della quarta commissione, secondo cui «i due consiglieri hanno voluto cercare l’occasione per aprire inutili e strumentali controversie che certo non vanno a vantaggio della nostra città e della sua ricostruzione».

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