Commercio in segno negativo 

I negozianti: meno 40%, il Corteo non attrae più. E Celestino nel carro funebre... 

L’AQUILA. Per i commercianti la Perdonanza è stato un flop. Un 40% in meno di incassi rispetto a due anni fa, secondo stime per ora approssimative.
Gli hotel cittadini, invece, hanno lavorato a pieno regime, ma non solo per la Perdonanza, come spiega la presidente di Federalberghi L’Aquila, Mara Quaianni. «Si è lavorato bene per tutto il mese di agosto e soprattutto a Ferragosto. Anche per il periodo della Perdonanza, ma non ci sono stati picchi. Per i dati dobbiamo aspettare, ma c’è stata una lieve ripresa», sostiene la Quaianni, «un movimento generale maggiore di persone rispetto agli altri anni. La gente si è mossa. Mi auguro che vada in porto la candidatura della Perdonanza a patrimonio dell’Unesco, sarebbe la vera svolta per la città».
Musica diversa per i commercianti. Alcuni di loro hanno una spiegazione al fatto che gli alberghi si siano riempiti, ma senza ricadute per i negozianti e i venditori ambulanti del mercato di piazza d’Armi.
«Alcuni di noi hanno lavorato, soprattutto quelli che nelle sere della Perdonanza e del Corteo della Bolla si sono messi lungo la via davanti alla ex Sanatrix con panini, porchetta e altre specialità gastronomiche», dice Alberto Capretti, responsabile del sindacato dei venditori ambulanti della Confcommercio.
«Di turisti neppure l’ombra. Per noi del mercato c’è una vita prima del terremoto del 2009 e un’altra dopo. Quando eravamo in piazza Duomo, il periodo della Perdonanza era molto buono, perché c’erano tanti turisti», dice Massimiliano Nardecchia, uno dei figli di un ambulante storico di piazza Duomo e del mercato, Ezio Carni. «Il fascino della Perdonanza? Il Corteo non è più attrattivo e nonostante la Bolla abbia un valore e un peso storico enorme, oramai c’è più gente alla Giostra Cavalleresca di Sulmona che qui. E questo si ripercuote sul commercio. È ora di cambiare».
Che il Corteo abbia perso un po’ del suo fascino, è pure il pensiero di RezaKhan, iraniano, all’Aquila dal 1989, titolare del gazebo in legno alla Villa Comunale di Sabbie Design: «Al Corteo c’era poca gente, rispetto a due anni fa – lo scorso anno non si fece nulla in segno di lutto per il terremoto nel Centro Italia – e soprattutto qui alla Villa non c’è stata nessuna ricaduta. Pochissimi turisti, mentre due anni fa era pieno».
«Ho visto una cosa ridicola al Corteo storico: la teca di Papa Celestino trasportata da un carro funebre modernissimo e scortato dalle moto della polizia, con luci che sembravano psichedeliche», interviene Tiziana Leonardis, del punto vendita Le Chat Fou (Il Gatto Matto), sempre nei gazebo in legno alla Villa. «Hanno fatto il cinema qui dall’8 al 22 agosto e almeno abbiamo fatto vetrina. Con la Perdonanza neppure quella. Alberghi pieni? Forse molti erano di base qui e poi si sono spostati verso Amatrice, Campotosto, Accumoli. Altrimenti non si spiega». «Meno gente rispetto a due anni fa e affari in calo», anche per Valentina Provenzano, del 100 Muntaditos (100 Bocconcini). «Il Corteo per me ha sempre il suo fascino, ma di turisti pochi e gli aquilani sono andati al mare. Non si è lavorato molto».
«Non c’è stato l’afflusso dello scorso anno. Il 23 agosto 2016, il giorno prima del terremoto, in centro era il delirio di gente», dice Ilaria Vespa della Luna. Momenti difficili per la giovanissima (23 anni) Federica Chiapparelli, che potrebbe chiudere il suo negozio di abbigliamento in corso Federico II. «Ho aperto da un anno e potrei chiudere, perché da ottobre a luglio non si è lavorato. Qualcosa con la Perdonanza si è mosso, ma non si può concentrare tutto in 15 giorni di agosto, con quell’evento. L’affitto e le bollette si pagano tutti i mesi e l’Inps ogni tre».
«Meno male che ci sono gli operai della ricostruzione, altrimenti...», è il parere di Natalia Nurzia, titolare dello storico bar in centro. «Altro che Perdonanza, se non riportano in centro storico uffici, scuole e parcheggi, finisce male per tutti».
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