Cratere, si ipotizza l’abuso

La Procura avvia le indagini e chiede i dati sui rilievi

SULMONA. La magistratura chiederà agli uffici di Protezione civile del Comune di Sulmona tutti i dati sui danni causati dal terremoto e sulla situazione degli sfollati. Sarà questo il primo passo dell’inchiesta che il capo della Procura di Sulmona, Federico De Siervo, ha affidato al pm Maria Teresa Leacche. Si vuol capire se l’esclusione del capoluogo peligno dal cratere dei comuni terremotati sia stata decisa a tavolino o in base a rilievi tecnico-scientifici. Il reato ipotizzato è abuso d’ufficio.

SMS E POLEMICHE. L’inchiesta di Sulmona è scattata dopo la divulgazione delle intercettazioni della Procura di Firenze sugli appalti del G8 alla Maddalena. «I nostri amici dell’Aquila mi hanno telefonato preoccupati dicendomi che alcuni membri del governo stanno cercando di inserire Sulmona fra i comuni danneggiati (anche se non danneggiata) riducendo cosi i finanziamenti per L’Aquila. Mi hanno detto di dirtelo». È il testo di un sms che Vincenzo Di Nardo, amministratore Btp, inviò al patron Riccardo Fusi, amico dell’onorevole Verdini. Così a Sulmona sono riesplose le polemiche. E si è mossa la Procura.

CARTE IN COMUNE. Lunedì la Leacche chiederà al municipio la trasmissione degli atti relativi ai danni e agli sfollati di Sulmona. Oltre a tutte le comunicazioni intercorse con la Protezione civile. E se ci sarà necessità, la Leacche è intenzionata a coinvolgere anche la Procura fiorentina per acquisire le intercettazioni.

«DATI CERTIFICATI». Anche l’assessore provinciale Teresa Nannarone (Pd) si è recata in Procura chiedendo di essere ascoltata come persona informata dei fatti. «Ho svolto per due mesi funzioni di Protezione civile», afferma, «ho chiesto e scritto a tutti di riconoscere i danni del sisma in Valle Peligna. I dati inviati erano certificati dalla stessa struttura di Protezione civile. Nessuna risposta».

IL RICORSO. Un ricorso alla commissione di accesso agli atti, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, nonché al capo della Protezione civile, è stato presentato anche dal consigliere comunale Gaetano Pagone. L’obiettivo è quello di far riesaminare la richiesta già avanzata il 7 settembre scorso e a cui ha fatto seguito solo un lungo silenzio.

I MOTIVI DEL NO. Per la Protezione civile, Sulmona è stata esclusa dal cratere perché il terremoto ha fatto registrare un’intensità pari al 5º della scala Mercalli. «L’attribuzione dei valori d’intensità ai centri abitati», scrive la Protezione civile sul suo sito, «è stata effettuata applicando la scala macrosismica Mercalli-Cancani-Sieberg (Mcs, 1930), che permette una rapida applicazione e fornisce valutazioni direttamente correlate al danneggiamento.

Il rilievo macrosismico è stato condotto da operatori di vari Enti che aderiscono al gruppo Quest (Quick earthquake survey team), composto da squadre di rilevatori dell’Ingv, squadre del Dipartimento nazionale della Protezione civile supportate da tecnici Enea e team dell’Università della Basilicata e del Cnr-Istituto di metodologie per l’Analisi ambientale».

Valutazioni che però stridono coi danni subiti da Sulmona: più centri inseriti nel cratere non avrebbe un numero di edifici inagibili o di sfollati paragonabile a quello della città peligna.