D’Alessandro accusato di evasione fiscale

Nel mirino della Finanza una società dell’imprenditore edile. Scatta un maxisequestro da 500mila euro

L’AQUILA. Una cessione societaria simulata, fatta al solo scopo di eludere le tasse. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, guidati dal colonnello Sergio Aloia, hanno eseguito un sequestro preventivo a fine di confisca di beni immobili per un valore di 470.000 euro emesso dal gip Giuseppe Romano Gargarella, su conforme richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Simonetta Ciccarelli, titolare dell’inchiesta.

Nel mirino sono finiti l’imprenditore edile aquilano Walter D’Alessandro, di 44 anni, residente a Coppito, Katia Baiocco, di 40 anni e Adriana Nedelcu di 38 anni, residente a Teramo. Nei loro confronti si ipotizza, a vario titolo, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. I sequestri sono soltanto l’atto finale di una complessa indagine che parte da un accertamento dell’Agenzia delle Entrate dell’Aquila dell’aprile 2015. Sono stati passati ai raggi X i conti e i movimenti societari dell’azienda facente capo a D’Alessandro, già coinvolto in altri procedimenti giudiziari. Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno appurato che, a seguito dell’emissione degli atti di accertamento, al fine di vanificare le pretese erariali, la società di costruzioni si era spogliata, per mano del legale rappresentante e in concorso con l’ex moglie e il socio di maggioranza, di parte dei beni aziendali attraverso operazioni simulate.

Più in particolare, gli asset aziendali erano stati trasferiti alla nuova compagna dell’imprenditore in forza di un titolo di credito artatamente creato in capo a quest’ultima, per il cui soddisfacimento la donna aveva chiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti della società. Con l’esecuzione di questo provvedimento la donna era entrata così legittimamente in possesso degli asset aziendali conferendoli, subito dopo, nel patrimonio di un trust amministrato dallo stesso imprenditore edile. L’articolata manovra elusiva aveva quindi reso inefficace la procedura di riscossione coattiva delle imposte. Le investigazioni condotte dai finanzieri hanno però consentito di disvelare la natura simulatoria del trust, costituito lo stesso giorno di effettuazione del trasferimento a suo favore dei cespiti aziendali e sotto la direzione occulta dell’imprenditore, che al momento si troverebbe in Spagna.

«Il contrasto alle condotte fraudolente poste in essere dai contribuenti disonesti costituisce da sempre una delle priorità per la Guardia di Finanza», spiegano dalle Fiamme gialle, «che, anche attraverso forme sempre più virtuose di collaborazione con gli uffici giudiziari e finanziari, è costantemente protesa a contrastare gli effetti negativi causati all’economia dall’evasione fiscale».©RIPRODUZIONE RISERVATA