Dall’Accord all’ex Otefal, vertenze infinite 

Ciuca (Uilm): siamo felici quando si tagliano i nastri ma in troppi sono in attesa di ricollocazione

L’AQUILA. «Leonardo è un gioiello, ma intorno c’è il disastro». Nel giorno in cui la politica si presenta in grande spolvero all’inaugurazione del nuovo stabilimento, i sindacati fanno da pungolo sulla situazione occupazionale del territorio e sui tanti lavoratori mandati a casa da aziende che hanno chiuso i battenti. «Questo è il nuovo polo di eccellenza aquilano, che ha preso il posto, con tecnologie più legate all’epoca, del vecchio polo elettronico», ha commentato il vicepresidente della Regione e assessore alle attività produttive Giovanni Lolli, guardando a Campo di Pile il sito industriale che comprende Leonardo e Thales Alenia Space.
Ma intanto, ci sono ex dipendenti del polo elettronico che attendono di essere ricollocati dall’Accord Phoenix e, spostandosi a Bazzano, gli operai della ex Otefal, che sperano di essere riassunti dalla Framiva. «Ci vorrebbero 2 o 3 Leonardo e 2 o 3 Thales Alenia Space», dice Clara Ciuca della Uilm, «per risollevare le sorti dell’industria aquilana. Siamo felici quando si tagliano i nastri, ma questa è una sorta di nicchia, se rapportata al disastro che c’è intorno. Le istituzioni e la politica, sempre presenti alle inaugurazioni, non devono dimenticare le vertenze ancora aperte. Servono azioni concrete, per ridare speranze a tanti lavoratori aquilani che si trovano nel limbo». Sindacati e istituzioni sono stati convocati, per domani, dall’Accord Phoenix: dopo il dissequestro del sito, dovrebbe essere ufficializzato il nome del nuovo amministratore delegato, che andrà a sostituire il dimissionario Ravi Shankar, che ha patteggiato 3 mesi e mezzo per il reato di gestione illecita di rifiuti. Stando alle indiscrezioni, si tratta di un noto manager italiano, con esperienze maturate in Fininvest e Ferrovie dello Stato. «Da questo incontro», aggiunge Ciuca, «ci auguriamo di avere certezze sia sulla ripresa dell’attività produttiva che sul piano di riassunzione del personale proveniente dal bacino dell’ex polo elettronico, sospeso dopo il blitz della Finanza e il sequestro dello stabilimento. E vogliamo avere chiarimenti anche per l’ex Otefal, oggi Ala, dove non è stata ancora completata l’acquisizione del sito da parte della Framiva di Varese e dove sono rientrati in fabbrica solo una sessantina di operai sui 170 finiti in mobilità». (r.s.)
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