Dall'Aquila a Roma: infiltrato tra i grillini/Foto

Un cronista del Centro in viaggio con gli attivisti abruzzesi del Movimento 5 Stelle per raccontare l'atto conclusivo dello Tzunami tour 

ROMA. «Scusa amico, ma le foto che fai sono contro o a favore?». Sono le 22,50, piazza San Giovanni comincia a svuotarsi e la gente defluisce lentamente verso via Merulana o via Appia Nuova, verso piazza Re di Roma. Beppe Grillo è sceso da pochi minuti dal palco, quando un ragazzone di un metro e novanta mi si presenta davanti con fare minaccioso, mentre sto facendo gli ultimi scatti alla gente che passa. «Che vuol dire fare foto contro o a favore?», gli chiedo. «Stai attento», argomenta. «Prima è venuto un ragazzo con la macchinetta, mi ha chiesto una foto, tutto bene fin qui. Ma poi mi sono accorto che aveva il cartellino del Partito democratico e mi sono pentito: sicuramente la userà per parlar male del movimento». La bottiglia di Montepulciano che ha in mano mi incuriosisce. «Da dove vieni?» gli dico. «Sono Mimmo da Celano – Abruzzo – Italy», risponde mentre io faccio mente locale che con tutti i Grillo boys che ci sono sotto al palco, vado proprio a rischiare un frontale con un attivista marsicano.

Abruzzo revolution. Certo, incrociare uno della mia zona, in una piazza che un po’ ricorda i numeri del concertone del primo maggio, non è cosa scontata. Forse non saranno gli 800mila “certificati” dal palco, ma comunque di gente ce n’è. Tra bandiere, maschere di Anonymous, maglie bianche del Movimento 5 stelle, cartelli contro le caste, la crisi e le speculazioni finanziarie, sbuca lo striscione «Revolution – Abruzzo», con scritte nere, rosse e gialle su sfondo bianco.

«Sono i grillini della costa», spiega Davide Desiderio, critico cinematografico pescarese attirato a Roma più dalla curiosità che altro. Molti sono arrivati con degli autobus organizzati da Pescara. Lì, quelli del Movimento 5 stelle hanno fatto le cose precise postando su Facebook indicazioni sul dove, come, quando e a che prezzo. Per prenotarti dovevi ricaricare un numero di Postepay fornito dal gruppo.

Sul bus. All’Aquila, da dove sono partito io, hanno cercato invece di adattare l’organizzazione alle esigenze dei singoli, riservando due bus: uno alle 14, l’altro alle 17. Io ho preso il secondo. Sul pullman ti aspetti di trovare una comitiva di nerd smanettoni, tra i venti e i trent’anni. Tutt’altro. Oddio, i giovani ci sono e magari sono quelli che materialmente appendono i manifesti sul retro del mezzo (della Bianchi tour tra l’altro, quasi a farlo apposta). Ma all’appello iniziale rispondono liberi professionisti, dipendenti pubblici e privati, commercianti. C’è persino Claudio Mastracci, organizzatore di concerti blues e rock. I loro nomi vengono scanditi dalla voce di Emanuela, che raccoglie le adesioni, conta e divide la spesa totale per il numero dei partecipanti. Andata e ritorno vengono 15 euro e 40, non è pochissimo ma sicuramente meno dell’Arpa. E non è nulla di fronte al sogno di cambiare l’Italia. La domanda ricorrente in viaggio è: «Cosa succederà alle urne?». Poi, passato il confine col Lazio, un ragazzo consegna a ciascuno di noi un foglio bianco: da una parte c’è lettera del comico, dall’altra i 20 punti del movimento. L’attesa al voto è parecchia e sul bus si parla di percentuali di questo o quel candidato. Mentre viaggiamo, scorrono le foto da Roma che riportano un’affluenza importante sin dalle 18. «Guarda che piazza», mi fa notare un ragazzo, indicandomi il suo Samsung. «Già tutte queste persone a quest’ora, figuriamoci quando parla Grillo, dopo cena. E poi, guarda le condivisioni su Facebook dove, tra l’altro hanno già messo 5mila “mi piace”. Questa è la volta buona, la cambiamo veramente l’Italia».

«Arrendetevi». L’autobus ci lascia davanti alla Coin, abbiamo tutto il tempo di sistemarci in piazza, ma stiamo parecchio dietro. Leggo su Twitter le polemiche sugli accessi alla stampa, ma io sto talmente dietro che, anche se volessi verificare, non avrei modo di avvicinarmi al palco. Poi, alle 20,50, è il turno di Grillo, dopo tanti interventi e testimonianze da nord a sud. Per una visione didascalica dell’espressione “faccia assorta”, ti basta vedere la gente che assiste ai suoi comizi. E poi lo slogan: “arrendetevi”, prima del boom finale .

«E’ stata un’esperienza interessante», commenta Andrea D’Angelo, ricercatore del Cesi di Chieti. Poi le luci si spengono, ma c’è il tempo per una foto di gruppo dei “grillini” di Pescara, Ortona e Chieti, sotto al palco. Non prima però di una foto ricordo con l’ex Iena Alessandro Sortino. Tutti insieme, tra ombrelli bianchi e megafoni. E chissà che ne pensa di questo il Grillo nazionale che anche stavolta non ha nascosto le sue riserve nei confronti delle emittenti tv.

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