Danneggiata l’auto di un assistente sociale 

Tagliate le gomme, ennesimo caso in Alto Sangro. L’Ordine regionale invoca misure di sicurezza

CASTEL DI SANGRO. Ennesimo episodio di intimidazione ai danni degli assistenti sociali. Un dipendente del servizio sociale dell’Alto Sangro ha denunciato di avere trovato le gomme squarciate alla sua auto. Un fatto non isolato, come fanno notare dall’Ordine regionale degli assistenti sociali. Chi svolge tale tipo di lavoro, infatti, è spesso a contatto con persone con problemi di inserimento sociale, spesso con casi di violenza in famiglia, tossicodipendenza e indigenza ai limiti della dignità umana.
«Il fenomeno delle aggressioni, sempre più diffuso anche a livello locale, richiede necessariamente un impegno da parte di tutte le istituzioni affinché vengano implementate almeno le misure minime atte a garantire la reale sicurezza e tutela degli operatori», interviene Francesca D’Atri, presidente dell’Ordine regionale degli assistenti sociali, «occorre quindi che ci sia un’adeguata risposta da parte delle istituzioni anche con un reale rafforzamento dei servizi sociali, ovvero che venga rispettato il parametro stabilito per legge della presenza di almeno un assistente sociale ogni 5.000 abitanti, e in Abruzzo siamo ben lontani da questo numero, per evitare che la rabbia delle persone che vivono situazioni di profondo disagio socio-ambientale si riversi sui professionisti del sociale. Occorre promuovere una cultura della professione, dove gli assistenti sociali possano effettivamente lavorare in situazioni di sicurezza e adeguatezza, anche da un punto di vista numerico, tenendo in considerazione del fatto che molti professionisti che rivestono questo ruolo sono donne».
Il consiglio dell’Ordine nazionale degli assistenti sociali ha realizzato nel 2017 un importante studio sul fenomeno dell’aggressività a danno degli assistenti sociali dal quale risulta che il 15,4% dei professionisti intervistati, su un totale di 20mila assistenti sociali (quasi la metà degli iscritti), ha subìto nel corso della propria attività lavorativa un’aggressione fisica e ben l’88,2% ha subìto violenza verbale.
«Questi dati sono in linea con quelli raccolti in Abruzzo e sono molto preoccupanti per la comunità professionale», aggiunge D’Atri, «non è più tollerabile che gli assistenti sociali continuino a lavorare in contesti non protetti, dove rischiano ogni giorno la propria incolumità». (f.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.