Danni da gelicidio, scontro sui rimborsi 

L’avvocato Di Pietro: «Enti responsabili, si può tentare la negoziazione». Presutti: «Comuni incolpevoli, ci sono sentenze»

AVEZZANO. Sul dizionario Treccani, il gelicidio, dal latino gelicidium (detto anche tempesta di ghiaccio), è classificato come un fenomeno meteorologico piuttosto raro: quando si materializza, però, come nel caso della Marsica, dove lunedì mattina ha colpito numerosi centri, fa danni e molti, aprendo la strada a un interrogativo: a chi ascrivere le responsabilità? Le decine e decine di persone scivolate a causa dell’evento e finite all’ospedale possono aspirare a un risarcimento danni dagli Enti proprietari delle strade? Roberto Di Pietro, avvocato civilista e amministrativista, apre spiragli. Sull’altro versante, l’avvocato e assessore del Comune di Avezzano, Crescenzo Presutti, sulla scorta di qualche pronunciamento dei giudici, assolve gli Enti, proprio in virtù di un evento che non era previsto, né prevedibile.
«In linea generale», spiega l’avvocato Di Pietro, «al contrario di qualche anno fa, in caso di incidenti, le responsabilità vengono ascritte agli Enti, in quanto proprietari delle strade, in base articolo 2.051 del codice civile. Stavolta, però, il discorso è un po’ più complesso: i danneggiati, vista l’ora della gelata, quando le strade dovevano essere pulite, possono imputare la colpa ai Comuni: ci sono buone possibilità di essere risarciti per i danni subiti. Perché un conto è cadere o andare a sbattere alle tre di notte», aggiunge Di Pietro, ricordando un caso dove la richiesta di rimborso danni di un automobilista fu respinta, «un altro è durante le ore di giorno, quando tutto dovrebbe essere pulito».
«Agli Enti proprietari delle strade», aggiunge Di Pietro, «e farsi assistere da un legale per tentare la negoziazione assistita, mirata a un accordo di risarcimento bonario per evitare di finire in causa. Oppure a qualche associazione di consumatori».
Visto il gran numero degli incidenti è pensabile a una class action? «In questi casi», chiarisce Di Pietro, «non è praticabile, poiché ogni caso fa storia a sé».
Annusata l’aria, l’assessore e avvocato, Crescenzo Presutti, ha fatto una ricerca sulle sentenze rispetto a questo nuovo fenomeno, il gelicidio che ha colpito Avezzano e altri centri marsicani, «dove i pronunciamenti dei giudici non lasciano spazio alle richieste di risarcimento. Parma e altre città d’Italia, colpite dal gelicidio», evidenzia Presutti, «sono state riconosciute tutte incolpevoli. Il fenomeno, proprio perché è imprevedibile, non può essere ascritto ai Comuni, come ad esempio Avezzano, una città con oltre 700 km di strade, pari alla distanza con Berlino: è impossibile fermare l’acqua che si gela a contatto col suolo in tempo reale. Il Comune ha invitato i cittadini a restare in casa, mentre i mezzi sono entrati subito in azione, però non si possono fare i miracoli». Superata l’emergenza, comunque, ora quel piccolo esercito di feriti potrebbe provare a battere cassa agli Enti proprietari delle strade.
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