SULMONA

Delitto Colabrese, l’esame del Dna scagiona 5 ragazzi

Si complica la soluzione del giallo. Del Monaco resta l’unico indagato per la morte di Giuseppe, avvenuta nell’agosto del 2015

SULMONA. Si complica la soluzione del giallo che da quasi due anni avvolge la tragica fine di Giuseppe Colabrese, il 27 enne di Sulmona assassinato in Liguria. Sono stati, infatti, tirati fuori dall’esame del Dna i cinque amici del giovane ucciso con un violento colpo alla testa nei primi giorni dell’agosto 2015. Quest’ultimi si erano volontariamente sottoposti all’esame per evitare di essere iscritti nel registro degli indagati in quanto amici di Giuseppe Colabrese e Francesco Del Monaco, anche lui di Sulmona, che il 27enne era andato a trovare per un periodo di vacanza in Liguria dal quale non è più tonato. Molto probabilmente, a spingere i cinque ragazzi, tutti dello Spezzino, a sottoporsi all’esame sono state anche le indagini dei carabinieri che li avevano ascoltati come persone informate dei fatti. L’esito del test ha rappresentato per loro la fine di un incubo. Non è dei cinque ragazzi il Dna estrapolato da una traccia ematica rimasta impressa su una scarpa e su un capello impigliato nei pantaloni che Giuseppe Colabrese, indossava al momento della sua scomparsa. In precedenza, sempre l’esame del Dna, aveva alleggerito la posizione di Francesco Del Monaco che al momento, però, resta l’unico indagato per omicidio volontario per altri indizi da valutare. Un’inchiesta, quella coordinata dal pubblico ministero del tribunale di La Spezia, Claudia Merlino, resa ancora più difficile dalla pesante coltre di omertà in merito alla ricostruzione delle ultime ore di vita di Giuseppe Colabrese. Una ricostruzione che ancora oggi tarda ad arrivare. Cosa certa, invece, è che il giovane sulmonese è morto a causa di un violento colpo alla testa. Un colpo, utilizzando una pietra o un bastone, sferrato da qualcuno che lo ha colpito alle spalle. Altro elemento certo è la data del decesso che gli inquirenti fanno risalire nei primi giorni d’agosto di due anni fa. C’è poi la questione del cellulare che ha continuato a squillare anche giorni dopo il decesso del giovane e che è stato agganciato per l’ultima volta da un cellula della stazione ferroviaria di Genova Principe. Un aspetto che potrebbe far pensare a un depistaggio, magari ideato per dare forza alla prima versione di Francesco Del Monaco, quando affermava di aver accompagnato il suo amico alla stazione di Genova Principe per riprendere il treno verso Sulmona. Versione poi cambiata da Del Monaco. «Chi sa qualcosa sulla morte di Giuseppe parli e ci aiuti a fare giustizia», ha più volte ribadito l’avvocato della famiglia Colabrese, Federica Benguardato. A questo punto resta da capire se il pm potrà chiudere le indagini, avendo già chiaro il suo castello accusatorio, o se ci sarà bisogno di una ulteriore proroga.
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