Diabete&Vita: «Per i malati troppe carenze di farmaci» 

Allarme dell’associazione dopo il caso del bimbo costretto a tornare a vecchie cure Morzilli alla Asl: «Serve coordinamento provinciale, l’organizzazione va rivista»

AVEZZANO. Diabete&Vita si mobilita per aiutare il bambino marsicano rimasto senza farmaco. Un piccolo paziente della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila affetto da diabete di tipo 1 ha dovuto dire addio da due mesi all’innovativo sistema a infusione che permette di regolare e misurare l’insulina all’interno del corpo senza eseguire i continui controlli a causa della burocrazia. Da dicembre, infatti, è dovuto tornare alla tradizionale misurazione della glicemia perché la Asl non ha a disposizione Omnipod della Theres e i sensori necessari per far funzionare il sistema. Il Tribunale per la difesa del malato ha chiesto alla Asl di superare ogni tipo di burocrazia per il bene del bambino.
Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione Diabete&Vita che più volte si è occupata di casi simili a tutela delle persone affette da diabete.
«La carenza di sensori e micro per diabetici non riguarda purtroppo solo i bambini ma anche molti giovani e adulti dell’area Marsica», ha commentato il presidente Giuseppe Morzilli, «la nostra associazione da tempo si batte perché questo materiale, che peraltro richiede uno specifico supporto educativo da parte di infermieri e medici del reparto diabetologico, sia distribuito, così come avviene nelle altre aree della provincia e nella regione, dagli operatori sanitari del servizio di diabetologia e non dal personale amministrativo del distretto di via Monte Velino».
Morzilli auspica un coordinamento diabetelogico affinché possano essere superati questo tipo di problemi e i pazienti affetti da diabete possano contare sui farmaci di cui necessitano.
«Considerato il notevole incremento nell’utilizzo di questi presidi», ha continuato il presidente di Diabete&Vita, che ha lottato per mesi contro la soppressione dell’ambulatorio del piede diabetico, «riteniamo opportuno a questo punto anche un coordinamento diabetologico provinciale al fine di organizzare nel modo migliore l’assistenza delle persone che utilizzano questa tecnologia e di garantire la continuità di cura senza pericolose interruzione nella distribuzione del materiale. A tutt’oggi le nostre ragionevoli richieste sono rimaste però inascoltate».
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