Disperato s’incatena davanti al tribunale

La protesta di un commerciante: «Sul lastrico a causa degli strozzini. Ora mi vogliono portare via pure la casa»

AVEZZANO. Finisce sul lastrico a causa degli usurai e si incatena davanti al tribunale per evitare che gli portino via anche la casa, finita all’asta.

È la storia di Giuseppe Alonzi, commerciante di Avezzano andato in rovina dopo essere caduto nella trappola degli strozzini e poi divenuto testimone di giustizia, portando all’arresto di diverse persone per fatti di estorsione e usura. In pochi anni avrebbe versato circa un milione e mezzo di euro agli usurai. Ieri mattina è arrivato davanti al palazzo di giustizia e con una catena e due lucchetti si è legato al lampione che si trova sulla scalinata d’ingresso. In mano aveva due cartelli con scritto: «Usato come testimone di giustizia poi abbandonato» e «Agli usurai che mi hanno rovinato i giudici vogliono regalare la mia casa». Accuse pesanti al sistema, frutto di una prostrazione dovuta alla difficile situazione economica a cui l’uomo e la sua famiglia devono far fronte. Tutto è iniziato nel 2009 quando l’avezzanese, proprietario di due supermercati, si è rivolto alle persone sbagliate per un prestito. È iniziata l’odissea che lo ha messo in trappola. Il prestito si è trasformato in un debito sempre più grande e sempre più difficile da saldare. In breve tempo la situazione è diventata ingestibile e il commerciante è finito nel baratro dell’usura. Così ha denunciato tutto alla Finanza e ha iniziato a fare il testimone di giustizia. È finito quindi nel sistema di protezione per tutelare la sua incolumità fisica. La legge prevede, inoltre, misure di protezione fino a quando c’è pericolo per sé e per i familiari, oltre che a misure di assistenza in modo da garantire un tenore di vita familiare non inferiore a quello esistente prima dell’avvio del programma, almeno fino a quando non viene riacquistato un reddito proprio. Dopo aver permesso l’arresto degli usurai, il commerciante marsicano è stato messo in contato anche con l’associazione antiusura Jubilaeum. «Alla fine tutto è stato vano», protesta Alonzi, che ha anche fondato un’associazione antiracket. «Il coraggio che ho avuto mi si è ritorto contro. Ora hanno messo all’asta la mia casa di Avezzano, del valore di circa 500mila euro, a 65mila, e ciò non è possibile. Chiedo che le istituzioni facciano chiarezza per risolvere il mio caso».

Pietro Guida

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