E in Valle Peligna si riaccende la battaglia per scongiurare l’addio del Punto nascita

Cristian Cavallaro, il bimbo che aveva fretta di venire al mondo e che nei giorni scorsi è stato partorito in ambulatorio, porta al polso il braccialetto numero 23. L’urgenza di nascere del piccolo,...

Cristian Cavallaro, il bimbo che aveva fretta di venire al mondo e che nei giorni scorsi è stato partorito in ambulatorio, porta al polso il braccialetto numero 23. L’urgenza di nascere del piccolo, che non ha aspettato nemmeno che la mamma venisse accompagnata nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Sulmona, ha riacceso la battaglia in difesa del Punto nascita sulmonese. La stessa mamma si è chiesta, infatti, cosa sarebbe accaduto se il reparto fosse stato chiuso e se avesse dovuto raggiungere un altro ospedale. «Il mio bimbo è venuto al mondo in meno di venti minuti», raccolta la donna, «vi immaginate con le doglie a correre in autostrada per arrivare chissà dove. Lo avrei partorito in auto». Per questo anche il sindaco Annamaria Casini (nella foto) è tornata a ribadire che occorrono misure certe per la Maternità sulmonese, in termini di personale e dotazione tecnica, in modo da far riacquisire sempre più fiducia alle partorienti e superare il limite dei 500 parti annui, o concedere una deroga definitiva alla soglia in una zona in depressione demografica. (f.p.)