Elezioni, respinto il ricorso Niente ribaltone in consiglio 

La suprema Corte amministrativa non ha accolto le tesi del centrosinistra sul conteggio delle schede Il sindaco Biondi resta in sella: avevo grande fiducia perché sapevo che era un’azione pretestuosa 

L’AQUILA. Si va avanti con quello che il popolo aquilano ha stabilito nelle elezioni amministrative del 28 giugno 2017: il Consiglio di Stato ha legittimato la vittoria della coalizione di centrodestra e del sindaco, Pierluigi Biondi.
L’ANATRA ZOPPA. La sentenza, emessa il 6 dicembre e resa nota ieri, ha cancellato quindi ogni ombra sul futuro amministrativo del Comune dell’Aquila, scongiurando la cosiddetta anatra zoppa, ovvero l’aumento di consiglieri dell’opposizione a discapito di quelli della coalizione vincente, facendo così ritrovare l’amministrazione di centrodestra senza più una maggioranza in consiglio comunale.
La stessa cosa che è avvenuta nel Comune di Avezzano dove, però, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dando via libera all’anatra zoppa. Anche se lì il sindaco Gabriele De Angelis è riuscito poi a stravolgere le forze in campo e a ricostruire una sua maggioranza per continuare a governare.
I RICORRENTI. All’Aquila, però, questo non è accaduto, perché la terza sezione del Consiglio di Stato, riunita a Roma e presieduta dal giudice Lanfranco Balucani, ha respinto l’appello presentato da Sergio Ianni, Maurizio Capri, Emanuela Di Giovambattista, Gianni Padovani, Fabrizio D’Alessandro, Antonio Nardantonio, Stefano Palumbo, Stefano Albano, Massimo Scimia, Fabrizio Ciccarelli e Massimiliano Pieri (difesi dagli avvocati Alfonso Celotto, Claudio Verini e Maurizio Capri).
Il ricorso, contro il Comune dell’Aquila – che non si è costituito in giudizio davanti al Consiglio di Stato – è stato presentato nei confronti degli eletti Pierluigi Biondi, Luca Rocci, Maria Luisa Ianni, Elisabetta De Blasis, Roberto Jr Silveri, Ersilia Lancia, Giorgio De Matteis, Leonardo Scimia (rappresentati e difesi dagli avvocati Pierluigi Daniele e Raffaele Daniele); e Luigi D’Eramo, rappresentato dagli avvocati Roberto Colagrande e Livio Proietti. Tra i ricorrenti in prima istanza, al Tar Abruzzo, c’era anche il candidato sindaco del centrosinistra, Americo Di Benedetto.
QUEI 41 VOTI... Il ricorso era scattato per il conteggio di 41 voti, la quantità necessaria di schede che avrebbe permesso a Di Benedetto di vincere al primo turno (sconfitto poi al ballottaggio da Biondi). Il Tar aveva dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli esponenti del centrosinistra e il Consiglio di Stato, anche se con differenze su alcune questioni tecnico-giuridiche, ha confermato la inammissibilità del ricorso, respingendolo.
ELEZIONI INEVITABILI. Se fosse stato accolto, l’anatra zoppa avrebbe inevitabilmente portato a nuove elezioni, in quanto, soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo in consiglio comunale, con la quasi scomparsa del gruppo di Forza Italia, non ci sarebbero stati i numeri per formare una nuova coalizione amministrativa. C’è grande soddisfazione tra i partiti del centrodestra, a cominciare dal sindaco Biondi.
IL SINDACO GONGOLA. «Come previsto, la sentenza conferma la volontà popolare, espressa in maniera cristallina dagli aquilani il 25 giugno dello scorso anno», ha dichiarato Biondi, «il Consiglio di Stato si è pronunciato, chiarendo inequivocabilmente e oltre ogni ragionevole dubbio che il ricorso, a prescindere dall'ormai famoso seggio 41, era pretestuoso e che questa maggiorana era pienamente legittimata ad amministrare la città. Ho sempre nutrito la massima fiducia nelle nostre posizioni, oltre che nella magistratura. Un ringraziamento va ai legali del collegio difensivo, in particolar modo all’avvocato Raffaele Daniele, che mi ha rappresentato nelle fasi del giudizio, ha proposto l’appello incidentale ed è risultato determinante nella vittoria nel secondo grado di giudizio della giustizia amministrativa. Vado avanti con grande serenità», ha concluso il sindaco, «con grande umiltà e con tutto l’impegno che posso per servire la mia comunità».
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