Esalazioni fatali, una condanna

Otto mesi alla commerciante che vendette il camper con la stufa killer che uccise un ristoratore

L’AQUILA. Stava dormendo nella roulotte visto che non se la sentiva di tornare a casa (lesionata ma agibile) per paura del terremoto. In fondo, il 6 aprile 2009 era lontano solo pochi mesi.

Purtroppo, a causa delle esalazioni della stufetta-killer, Alfonso Tursini, che era insieme alla moglie (salva), trovò la morte. Ieri si è celebrato il processo a carico della commerciante accusata di avere venduto a Tursini, ristoratore, la roulotte con la stufetta difettosa: la donna, Grazia Pelliccione è stata condannata a otto mesi di reclusione con i benefìci di legge. La donna, più in particolare, era accusata di omicidio colposo ma anche lesioni in quanto la moglie di Tursini, che era nel camper, si salvò, ma fu ricoverata in ospedale per diverso tempo. «Con una procedura di verifica e manutenzione della stufa si sarebbe evitato l’irreparabile», disse il consulente del pm durante un’udienza. La tragedia, che sconvolse la frazione di Paganica, si verificò in via Madonna d’Appari, zona Peep, dove la coppia stava dormendo nella roulotte (acquistata da poco tempo, pagandola 5mila euro), posteggiata davanti all’abitazione agibile. Ma la paura delle conseguenze del sisma aveva indotto i coniugi a prendere tempo per il rientro. L’allarme venne dato da Flavio, figlio maggiore, consigliato dalla sorella Marilisa che non era riuscita a contattare i genitori. Nonostante i soccorsi del 118 e dei carabinieri della stazione di Paganica non fu possibile salvare l’uomo, noto a Paganica per essere stato una gloria della locale squadra di rugby. La parte civile, assistita dall’avvocato Luciano Bontempo, ha chiesto oltre 2 milioni di danni che saranno valutati in un giudizio civile. La difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Alessandroni, farà appello contro la condanna.

(g.g.)

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