Esercitazione per 43mila con il terremoto simulato 

Domenica 13 gennaio 1915 prove di una maxi emergenza, prima volta in Italia Raduno della popolazione previsto in 30 aree. Ricetrasmittenti agli studenti  

AVEZZANO. Una forte scossa di terremoto colpisce Avezzano. Ci sono crolli. La sirena del Comune suona ininterrottamente. Saltano le linee telefoniche, internet è inaccessibile. La popolazione lascia le case e si raduna nelle trenta aree di attesa. Scatta la macchina dei soccorsi.
È lo scenario immaginato il 13 gennaio 2019, data che commemora la catastrofe del 1915 e che il prossimo anno segnerà anche quella della maxi esercitazione per i 43mila abitanti di Avezzano e frazioni. L’allarme scatterà al mattino di domenica 13 gennaio, in un orario non precisato. Mai prima d’ora, in Italia, era stata organizzata un’esercitazione di Protezione civile con questi numeri. E la Marsica, tra le aree maggiormente a rischio in Italia, non è stata scelta per caso.
Al Comune di Avezzano, da mesi, è al lavoro una segreteria di coordinamento guidata dalla segretaria generale Manuela De Alfieri, che sta seguendo 22 esperti dell’Università dell’Aquila, frequentanti il Master di II livello “Official of disaster and emergency management”, impegnati sullo studio del piano di emergenza comunale. Ci sono il capitano dell’Esercito, il veterinario, il dottore in Scienze forestali e la laureata in Beni culturali, ma soprattutto ingegneri edili e architetti. Ognuno di loro, alla fine del percorso di studi, diventerà un professionista nella progettazione della gestione delle emergenze, ma anche nella pianificazione territoriale in ottica strategica e integrata.
«L’obiettivo del progetto attivato dall’Università dell’Aquila, a cui abbiamo scelto di aderire», commenta il sindaco Gabriele De Angelis, «punta a un obiettivo fondamentale: mettere in essere azioni concrete per migliorare il piano di emergenza comunale e fare in modo che in caso di una calamità naturale tutti sappiano che cosa fare, sia la macchina comunale che la popolazione».
Il master, presentato lo scorso luglio all’Aquila dalla rettrice Paola Inverardi, è stato ideato dal Centro Studi Edimas (Emergency and disaster management studies). Il prossimo step sarà la consegna di depliant nelle scuole primarie e secondarie della città, realizzati a seconda dell’età degli studenti, in cui saranno indicate le regole base da seguire in caso di una calamità naturale e le aree di raccolta. Saranno distribuiti dei questionari che ogni alunno potrà compilare in famiglia, così da testare la propria conoscenza in tema di protezione civile. L’amministrazione comunale si è impegnata a consegnare a ogni bambino coinvolto una ricetrasmittente. È accertato, infatti, che in caso di terremoto o altro evento calamitoso, linee telefoniche e rete dati saranno inaccessibili e pertanto a ogni famiglia si chiederà di sintonizzarsi su Radio Monte Velino (Fm 102.5) per poter avere in tempo reale la comunicazione con il Comune. Altri incontri ci saranno nelle scuole superiori. Intanto, è stato avviato l’iter per il trasferimento del Coc in un’area sicura e idonea (dall’attuale sede comunale all’ex Gielle in via Nuova). «Il Centro operativo comunale va individuato in una zona che non sia centrale, raggiungibile da mezzi anche di grande dimensione con viabilità non soggetta a impedimenti come quelli dovuti a crolli, a distanza dai centri storici e da edifici vulnerabili», commenta il presidente Edimas, l’ingegnere Giulio Marcucci. Sul sito istituzionale del Comune www.comune.avezzano.aq.it è stata aperta un’apposita sezione “Exercise 2019” in cui si potranno acquisire altre notizie in merito alla maxi esercitazione.
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