Evasori totali: 16 milioni sottratti al Fisco

Sequestrati conti correnti bancari, gioielli e case a due imprenditori: la loro ditta per quattro anni non ha dichiarato redditi

SULMONA. Non hanno presentato la dichiarazione dei redditi dal 2009 al 2012 omettendo sia il versamento dell’Iva che il pagamento delle tasse: in tutto circa 16 milioni che una ditta con sede legale a Sulmona ha evaso al Fisco.

Soldi che la Guardia di finanza di Sulmona ha iniziato a recuperare con il decreto di sequestro preventivo per circa 7 milioni e mezzo di euro, emesso dal gip del tribunale di Sulmona, Marco Billi, su richiesta del sostituto procuratore Aura Scarsella.

Una maxi evasione fiscale quella scoperta dagli uomini del comandante della Compagnia di Sulmona, Luigi Falce, al termine di una lunga e difficoltosa inchiesta che ha portato alla denuncia dei due rappresentanti legali di una società che sulla carta si occupa di assemblare componenti elettronici.

Un uomo e una donna, entrambi di origine rom, che i finanzieri hanno denunciato per omessa dichiarazione dei redditi e dell’Iva e occultamento e distruzione di documentazione fiscale. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate due unità immobiliari nel comune di Pratola Peligna. Sequestrati anche diversi conti correnti bancari, libretti di deposito postali, carte Postepay, monili in oro e altri preziosi al fine di recuperare l’imposta evasa e non versata al Fisco.

Le Fiamme gialle, in seguito alla verifica fiscale, hanno constatato che la società, dal momento della sua costituzione, non aveva presentato le dichiarazioni sia dei redditi che dell’Iva.

Secondo le accuse, la società aveva in realtà operato ed effettuato operazioni commerciali per quattro anni, con cessioni di beni e prestazioni di servizi, conseguendo profitti per circa 16 milioni di euro, completamente non dichiarati ed occultati al Fisco, evadendo in maniera totale le imposte in materia di imposizione diretta.

Pur in presenza di una contabilità carente e frammentaria, i finanzieri sono riusciti a ricostruire l’intero ciclo delle operazioni di gestione e delle cessioni di beni e di prestazioni di servizi eseguite sul territorio provinciale, regionale e nazionale, determinando l’effettivo giro d’affari realizzato dall’impresa, nei confronti della quale sono stati constatati ricavi non dichiarati per 15.973.260 euro e un’imposta evasa ai fini Ires per oltre 4.392.646,51 euro, un’Iva dovuta per 3.210.862,48 euro e un’imposta Irap per 778.916,88 euro.

Gli indagati hanno già ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e la Procura si appresterebbe a emettere il decreto di citazione a giudizio. Anche se le indagini proseguono su un altro fronte (per questo non sono state fornite le generalità degli indagati); non è escluso che la vicenda giudiziaria avviata dalla Guardia di finanza possa far emergere molto presto novità anche eclatanti che potrebbero portare ad allargare il fronte a nuove ipotesi di reato.

Non si esclude infatti che dietro tutto questo movimento di denaro senza che siano state registrate produzioni e vendite e soprattutto senza manodopera per giustificare un’attività di impresa possa nascondersi ben altro. Ed è su questo che i finanzieri di Sulmona continuano a lavorare.

Claudio Lattanzio

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