Falsi profili Facebook e carte di credito clonate: a giudizio all'Aquila

Altri guai per un giovane già in cella per atti persecutori: è accusato anche di falsi allarmi bomba nela scuola dove lavorava la sua ex

L’AQUILA. Nuovi guai giudiziari in vista per il 38enne Stefano Di Gregorio che un paio di mesi fa fu arrestato per atti persecutori nei riguardi della sua ex ragazza. La polizia ha scoperto che era lui il responsabile di falsi allarmi bomba nella scuola dove lei lavorava, con lo scopo di intimorirla. Ora, però, spunta un’altra vicenda.

Il giovane, infatti, dopo un’udienza flash nei giorni scorsi, dovrà comparire in tribunale il 19 maggio per rispondere di altre accuse che, però, sono precedenti a quelle che lo hanno portato in cella nello scorso mese di gennaio visto che risalgono a maggio e settembre di tre anni fa.

Il 19 maggio 2016 sarà nominato un perito e si vedrà se le sue condizioni psichiche gli consentono di stare in giudizio. Anche in questo caso ci sono delle contestazioni che mettono in evidenza la sua originalità e fantasia, ma anche la grande perizia nel settore informatico.

Una delle contestazioni parla di violenza sessuale, vicenda sulla quale, a tutela della parte lesa, non vi sono ulteriori particolari.

Ci sono, poi, una raffica di intrusioni informatiche. Per esempio gli si contesta la creazione di nuovi profili Facebook intestati a persone ignare dove sarebbero state inserite immagini di contenuto pedopornografico allegando delle frasi irripetibili oppure minacciose. Inoltre, avrebbe inserito su un sito Internet dove si fanno incontri, i nominativi di persone del tutto estranee.

Per rendere il quadro ancora più complesso, una volta il giovane ha anche denunciato di essere stato oggetto di un’intrusione informatica previa illecita captazione della sua password. Infatti, tra le contestazioni che gli sono state mosse, c’è anche una simulazione di reato. Poi, sempre grazie alle sue indiscusse conoscenze tecniche, si procurava abusivamente i dati relativi alle carte di credito di due persone e a loro insaputa faceva acquisti per un totale di circa duemila euro. Non basta. Agendo in concorso con altri soggetti mai identificati, ha avuto la fantasia di presentare, a nome di una donna, una denuncia sostenendo che altre persone avevano modificato l’impianto idraulico truffando la Gran Sasso Acqua. Ovviamente era tutta un’invenzione.

L’uomo è assistito dall’avvocato Fabio Alessandroni. Nella scorsa udienza si è costituita una parte civile tramite l’avvocato Guglielmo Santella.

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