Fiaccolata, attese quarantamila persone 

Coordinamento in ritardo: accoglienza affidata al fai-da-te. Piazzale Paoli, nessuna traccia del Parco della Memoria 

L’AQUILA. Chissà cosa penseranno le quarantamila persone attese per la fiaccolata della notte del 5 aprile quando la mamma di Vassilis Koufolias – studente greco vittima del terremoto di 10 anni fa – chiamerà a gran voce il figlio squarciando il buio e sporgendosi sul vuoto assoluto. Basta affacciarsi dalla balconata di via XX Settembre verso Piazzale Paoli – luogo designato per la realizzazione di uno spazio della memoria già progettato e pluri-presentato alla città, ma mai partito, anzi arenatosi in leggendari dibattiti social – per capire che, per quella data, non ci sarà nulla di tutto questo. Solo la pavimentazione divelta del vecchio parco giochi, spini, rovi, rifiuti, degrado, abbandono. Auto parcheggiate. E una Forsythia fiorita che, ovviamente, per venire fuori in tutto il suo splendore non ha chiesto il permesso a nessuno.
I RITARDI. Eppure tutti sanno – è scritto anche nel programma diffuso dal Comune nei giorni scorsi, con le sole iniziative promosse dal volontariato – che la fiaccolata, nel suo incedere verso piazza Duomo, fa sosta nei vari luoghi del dolore. Nella situazione di incertezza che si vive a Palazzo Fibbioni, pure la paventata posa della prima pietra entro il 5 aprile, come auspicato da alcuni familiari delle vittime, rischia di saltare. Il parco ideato da Manfredo Gaeta e Annalisa Di Luzio, primi al concorso di progettazione, si snoderà su tre livelli da 7.800 metri quadrati complessivi. Previsti una fontana monumentale e un giardino.
FAI-DA-TE. Incertezza anche sull’accoglienza dei 40mila attesi alla fiaccolata del decennale. In questi giorni, gruppi di volontari da tutta Italia stanno contattando referenti locali per avere indicazioni sulla logistica, a partire dall’alloggio. Si lamenta da più parti la mancanza di una cabina di regia che possa reggere l’urto del ritorno all’Aquila dei tanti che qui, dieci anni fa, hanno prestato servizio nell’emergenza. Non è chiaro se il coordinamento dell’accoglienza (comprese le aree ad essa destinate) tocchi alla protezione civile oppure a uno dei comitati. Molti gruppi di fuori regione stanno provvedendo da soli a reperire una sistemazione per la notte del 5.
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