La decisione del vice presidente del consiglio comunale dopo la pubblicazione delle intercettazioni sul Corriere della Sera

Fondi negati, scatta l’esposto

Iannamorelli (Pd) chiede l’intervento dei magistrati

SULMONA. Una decisione frutto di una valutazione scientifica o un disegno preordinato di faccendieri e imprenditori per bloccare i finanziamenti del terremoto tutti all’Aquila. È quanto dovrà scoprire la magistratura dopo la denuncia presentata dal vice presidente del consiglio comunale, Antonio Iannamorelli.

«Quello che è stato trascritto sui giornali non lascia spazio a dubbi: Sulmona ha subito uno scippo che deve essere sanato» sostiene Iannamorelli.
Le intercettazioni pubblicate ieri mattina a dal Corriere della Sera confermerebbero che dietro l’esclusione di Sulmona dai Comuni del cratere ci sia stata la mano aquilana. «Non si tratta di voler far politica con le procure», afferma l’esponente del Pd, «si tratta solo di difendere il territorio e di capire se a Sulmona oltre che un danno è stato fatto qualcosa che può chiamarsi delitto».

Il 13 maggio Vincenzo Di Nardo, amministratore della Btp, invia un sms al patron Riccardo Fusi scrivendo: «I ns amici dell’Aquila mi hanno telefonato preoccupati dicendomi che alcuni membri del governo stanno cercando di inserire Sulmona fra i Comuni danneggiati (anche se non danneggiata) riducendo cosi i finanziamenti x Aquila. Mi hanno detto di dirtelo».
Due giorni dopo un altro sms in cui Di Nardo è più rassicurante: «Consorzio Federico II è costituito».

Chi erano quegli amici aquilani di Vincenzo Di Nardo e di Riccardo Fusi, amico e a sua volta interlocutore privilegiato dell’onorevole Denis Verdini? È quello che Iannamorelli vuole scoprire chiedendo aiuto alla magistratura penale.
«È umiliante vedere che imprenditori e faccendieri pensano di poter disporre della vita e del futuro del nostro territorio» incalza il vice presidente del consiglio comunale «facendosi beffa dell’azione dei rappresentanti eletti democraticamente dal popolo. Sulmona è stata danneggiata dal terremoto e fortemente, non come sostengono i due amministratori della Btp. Lo dimostrano metà del centro storico inagibile, il liceo Classico chiuso e le mille persone senza una casa».
Ad oggi sono oltre un migliaio gli sfollati censiti nel comune di Sulmona: 968 in autonoma sistemazione e un centinaio ospiti degli alberghi della zona.

Mentre si attende che il Tar si pronunci sul ricorso presentato da una decina di Comuni della Valle Peligna, tra cui il capoluogo, contro l’esclusione dal cratere del terremoto decisa in una delle tante ordinanze post-terremoto, firmate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
«Sulmona merita di stare nel cratere» conclude Iannamorelli «I giudici amministrativi del Tar devono fare giustizia sul ricorso dei Comuni della Valle Peligna. Mentre se qualcuno ha tramato ai danni della città, deve essere la magistratura penale ad accertarlo e a perseguire i responsabili».