Fucino chiama Europa, 23 ditte s’alleano 

Svolta nel settore delle produzioni orticole: investimenti per 7,4 milioni e un centro logistico in arrivo ad Avezzano

AVEZZANO. Campanili addio. Gli imprenditori del Fucino uniscono le forze e danno vita a una grande azienda, nel settore delle produzioni orticole, con fatturato iniziale attorno ai 30 milioni e mille occupati. Obiettivo? Ampliare il portafoglio clienti in campo nazionale ed europeo, acquisire più forza contrattuale, incrementare l’occupazione, fare economie di scala e innovare il comparto. Una vera e propria rivoluzione culturale nel Fucino, mentre entro il 2018 metterà radici ad Avezzano, nell’area del nucleo industriale, il centro logistico. «Uno stabilimento», anticipa il presidente dell’Opoa Marsia, Luigi D’Apice, «che diventerà il cuore pulsante dell’azienda, con la struttura logistica, amministrativa e punto di arrivo e partenza dei prodotti che saranno distribuiti in Italia e all’estero. L’obiettivo è quello di incrementare le produzioni e, quindi, il lavoro e la ricchezza del territorio». Il centro logistico ad Avezzano, su un’area di oltre 15mila metri quadrati (con mantenimento dei 23 magazzini sparsi sul territorio), dovrebbe aprire i battenti per la stagione 2019, sempre che la politica, in questo caso la Provincia, attivi velocemente le innovazioni, come all’Aquila o Sulmona, in tempi stretti. «Speriamo che la Provincia velocizzi l’iter», spiega D’Apice, «per adeguare le regole». In attesa che l’operazione si concretizzi – già sollecitata dall’ingegnere Sergio Di Cintio per contro di un gruppo di imprenditori – l’Opoa Marsia spinge sull’acceleratore per l’acquisto di una struttura chiusa da tempo e con opere di bonifica da effettuare.
Ma che cos’è Opoa Marsia? «Per la prima volta la Marsica fa squadra», aggiunge il vicepresidente e direttore di Confagricoltura, Stefano Fabrizi, «superando i campanili per dare risposte al territorio in chiave nazionale ed europeo». L’azienda punta anche a innovarsi. «Il Piano operativo 2018-2022», sottolinea l’amministratore delegato Fabio Ciaccia, «prevede investimenti per oltre 7,4 milioni, destinati ad accrescere la capacità competitiva delle aziende attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche, la salvaguardia e la protezione dell’ambiente, la promozione commerciale, la prevenzione e la gestione dei rischi». L’Opoa Marsia, quindi, scommette sul gioco di squadra e un’agricoltura 4.0, dove non guasterebbe una sinergia con il mondo della scuola. «Dell’agricoltura del Fucino, una risorsa che produce 450 milioni di fatturato annuo», rimarca Fabrizi, «se ne stanno occupando da tutta Italia, ma non l’Università o il Cotir, centro ricerca pagato coi soldi degli abruzzesi».
Sulla scommessa degli imprenditori fucensi fa sentire la sua voce anche il presidente provinciale di Confagricoltura. «Abbiamo impiegato un anno per la fusione», dichiara Fabrizio Lobene, «operazione più complessa dal punto di vista burocratico che dalla volontà degli associati. La concorrenza dei Paesi europei ed extraeuropei si può fronteggiare solo attraverso grandi aggregazioni».
Le aziende: Federico Barbarossa, Elio Barbarossa (Avezzano), Agricola F.lli Di Renzo, Agricola Pafer F.lli Di Renzo, Fabio Ciaccia, Mario Marco Ciaccia, Costanza Letta (Celano); Agricola Vincenzo Grassi, Agrobio Abruzzo (Gioia dei Marsi); Roberto Verdecchia, Giustino Panella, Agricola Agriwalant, agricola Angelo Venditti, Antonio Civitani (Luco); Funtamara coop ortolani del Fucino, Lago d’oro F.lli D’Apice, Agrimars di De Vincentiis e Cipriani, Cerasani società agricola, Agri orto be mar di De Vincentiis, Lago d’oro società consortile agricola (San Benedetto dei Marsi), Agricola toto F.lli Santini, F.lli Cambise, Agricolacambise (Trasacco).
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