Fulvio Muzi, ricordo a 100 anni dalla nascita

Un artista partecipe e interprete, con piglio personalissimo, delle varie stagioni dell'arte italiana

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Paolo Muzi in ricordo del papà pittore, Fulvio Muzi.

Nella ricorrenza del centenario della nascita dell'artista Fulvio Muzi e in premessa delle iniziative in suo omaggio previste nel corso dell'anno, ci sembra opportuno ricordarne brevemente la figura.

Muzi inizia a dipingere sin da ragazzo, studia per un breve periodo all'Accademia di Brera e collabora nei primi anni Trenta con il pittore romano Virginio La Rovere alla realizzazione delle pitture murali della Sala Eden e poi dell'Albergo di Campo Imperatore.

Risale a questo periodo il primo pubblico riconoscimento con il premio acquisto, da parte del Ministero dell'Educazione, del suo giovanile Autoritratto esposto nella Mostra sindacale fascista del 1935.

L'esperienza di guerra in Grecia lo segnò profondamente, fisicamente e moralmente. Infatti restò gravemente ferito, con profonde cicatrici in volto, in un attentato ad una tradotta militare, e poi visse da partigiano il terrore dell'occupazione nazista ad Atene. Di qui la convinta adesione al PCI non appena tornato in Italia, ostentata mostrando il quotidiano di partito "L'Unità" sempre ben in vista quando sedeva ai tavolini del Caffè Eden o quando passeggiava nelle vie della sua città, che amava profondamente.

Ha partecipato attivamente alla vita civica, cooperando alla fondazione delle principali Istituzioni culturali cittadine e ricoprendo i ruoli di consigliere comunale e poi di membro della Commissione comunale per l'Edilizia e l'Ornato.

È stato nel primo dopoguerra tra i fondatori del "Gruppo Artisti Aquilani" e nei primi anni Sessanta insieme a personaggi di rilievo, tra i quali Alessandro Clementi e Carlo Tobia, ha fondato all'Aquila la prima Sezione di Italia Nostra in Abruzzo.

Su invito del sindaco De Rubeis ha messo a disposizione la sua arte disegnando le bandiere per il corteo storico della Perdonanza al momento del suo rilancio nel 1983.

Dal punto di vista artistico in cinquant'anni di attività è stato partecipe interprete, sempre con piglio personalissimo e fortemente espressionista, delle varie stagioni dell'arte italiana, dal cubismo al neorealismo all'informale, riuscendo, come scrisse su "L'Espresso" lo storico dell'arte e suo amico Giorgio De Marchis, a percepire con la sensibilità di un sismografo i movimenti culturali più aggiornati pur avendo scelto di vivere e lavorare in periferia, cioè nella sua città. Invitato infatti nella seconda edizione della Rassegna internazionale d'Arte "Alternative Attuali" presso il Castello dell'Aquila, il curatore Enrico Crispolti inserì i suoi lavori nella sezione del Realismo visionario.

Di questo suo "realismo visionario", sempre permeato da profonda passione civile, ne è testimonianza l'ultimo suo lavoro, cioè il grande Murale realizzato nell'Aula consiliare a Palazzo Margherita ed inaugurato nel giugno 1984 in occasione del 40° della Liberazione.

Ora l'auspicio è che tale opera, quasi un testamento artistico del pittore scomparso due mesi dopo, venga adeguatamente restaurato e valorizzato nell'imminente intervento di ripristino di Palazzo Margherita, simbolo della nostra municipalità.

Ricordiamo infine che Fulvio Muzi è stato insignito del Sigillo civico poco prima della scomparsa e che al suo nome è intitolato il Liceo artistico cittadino.

Paolo Muzi