Gay e bullismo, una lezione sul “diverso”

Proiezione del film “Un bacio” all’Astra. Dibattito in sala fra il regista Cotroneo e gli studenti: «Amate ciò che vi piace»

AVEZZANO. Sensibilizzare i ragazzi al rispetto dell’omosessualità e contrastare le dinamiche del bullismo proprio nell’ambito della sessualità. Sono questi i temi trattati nel corso dell’incontro di ieri mattina al Multiplex Astra con i ragazzi del Liceo scientifico di Avezzano alla presenza del regista Ivan Cotroneo. Lo spunto dell’incontro, curato dall’insegnante Barbara D’Angeli, è stata la proiezione dell’ultimo film di Cotroneo, “Un bacio”, che racconta le storie di tre liceali, tra cui un omosessuale, e che si prefigge di lanciare un messaggio contro il bullismo. Referente del progetto la prof Edy D’Alfonso. Ha partecipato lo psicologo Cristiano Di Salvatore.

Cotroneo, che ha ringraziato il preside del Pollione, Francesco Gizzi per la sensibilità dimoistrata, già dallo scorso anno, sta facendo vedere la pellicola ai ragazzi delle ultime classi del liceo nelle scuole di mezza Italia. Così anche ad Avezzano nella sala diretta da Fabio Neri.

Un film sull’adolescenza che tocca argomenti delicati, come le prime volte, la ricerca della felicità e l’omofobia, e nei confronti del quale non sono mancate critiche. «A volte parlare di omosessualità», ha spiegato il regista ai ragazzi nella sala cinematografica, «viene presa come istigazione all’omosessualità».

Subito dopo il film si è tenuto un dibattito con gli alunni sui modelli e sugli schemi che impediscono, soprattutto ai ragazzi, di essere felici, di trovare la strada della loro personale felicità. Dopo qualche minuto di imbarazzo, i ragazzi hanno cominciato a interagire e hanno espresso loro posizione al riguardo.

«Non spaventatevi se quello che vi piace è diverso da quello che piace alla maggioranza delle persone», ha sottolineato il regista, «se il lavoro che voi sognate è considerato svalutato dalla società perché non rende abbastanza ricchi, abbastanza famosi, se il modo di vestire che vi piace è un modo in cui non si veste nessuno, perché quelle parti lì, che a volte uno tende a eliminare, a ridimensionare perché ha paura del giudizio degli altri, sono la vostra personalità, unica, sono quello che poi nella vita vi darà modo di essere felici e anche di scegliere il lavoro, le persone, la compagnia e la famiglia che vi piace e che volete veramente».

Lorenzo, Blu e Antonio, i 16enni protagonisti del film, compagni di classe, per motivi differenti finiscono col venire isolati dagli altri coetanei.

Il primo per la sua omosessualità, la seconda perché è andata a letto con i ragazzi più bulli della scuola e Antonio perché considerato poco sveglio. Ognuno di loro reagisce in modo diverso e i ragazzi marsicani sono stati chiamati a identificarsi con loro e a riflettere su quale reazione avrebbero avuto loro se fossero stati al posto dei tre protagonisti del film. La pellicola si conclude in maniera tragica proprio a causa dei pregiudizi sociali legati all’omosessualità.

Le parole possono essere molto violente perché non sappiamo chi le raccoglie. Nel corso del dibattito è emersa anche l’importanza del ruolo degli adulti in queste dinamiche, dei genitori, delle famiglie e degli insegnanti.

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